Nel motu proprio il Papa dice sì e rende i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato accessibili da entrambi i sessi

di Alice Marchese


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Con il suo Motu Proprio, Papa Francesco dice sì e istituzionalizza ciò che avviene per prassi: vengono conferiti due ministeri alle donne. Sono rispettivamente il Lettorato e l’Accolitato, che riguardano la lettura durante le liturgie e il servizio all’altare.

Viene ribadito il “no” verso l’ordinazione sacerdotale femminile, cioè donne prete, già escluso in via definitiva da Giovanni Paolo II.
Da oggi diventa una riforma stabile per tutta la Chiesa cattolica ai sensi del diritto canonico, istituzionalizzata quindi con un apposito mandato.

Così, nella Lettera apostolica «Spiritus Domini», in forma di Motu Proprio, il Papa dispone la modifica di un paragrafo del Codice di Diritto canonico (il primo del canone 230) e rende istituzionale una pratica che in verità esisteva già da tempo: le donne che leggono la Parola di Dio durante messe le celebrazioni (il «lettorato») o che svolgono un servizio all’altare, come «ministranti» o «dispensatrici dell’eucaristia» sono una prassi autorizzata in varie comunità di tutto il mondo.

Rende canonica la presenza delle donne sull’altare. La nuova formulazione del paragrafo dice: “I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti”.

Si parla quindi di fedeli «laici» in generale e viene abolito il passaggio che specificava «di sesso maschile». Riportato così dal Corriere della Sera.

Francesco scrive: “Si è giunti in questi ultimi anni ad uno sviluppo dottrinale che ha messo in luce come determinati ministeri istituiti dalla Chiesa hanno per fondamento la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel Sacramento del Battesimo; essi sono essenzialmente distinti dal ministero ordinato che si riceve con il Sacramento dell’Ordine. Anche una consolidata prassi nella Chiesa latina ha confermato, infatti, come tali ministeri laicali, essendo basati sul sacramento del Battesimo, possono essere affidati a tutti i fedeli che risultino idonei, di sesso maschile o femminile”.

Francesco lo ripete nella lettera al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria, citando Wojtyla: “e rispetto ai ministeri ordinati la Chiesa “non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale”(San Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis, 22 maggio 1994), per i ministeri non ordinati è possibile, e oggi appare opportuno, superare tale riserva».

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