The House of Us: ideato e realizzato dalla regista Irina Brook

di Alice Marchese


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Gli Hikikomori sono dei ragazzini (soprattutto) la cui realtà è oggetto di studio: si chiudono in una stanzetta col pc o con lo smartphone, le cuffie e decidono così di estraniarsi. È un fenomeno esploso in Giappone e che sta raggiungendo anche l’Europa. A questi ragazzi che vogliono isolarsi, gli Hikikomori, è dedicato il nuovo progetto internazionale The House of Us, ideato e condotto dalla regista Irina Brook, figlia del grande regista Peter Brook e dell’attrice Natasha Parry: realizzato in collaborazione con il «Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata» dell’Università, prevede diverse fasi di laboratorio e di creazione, che coinvolgeranno giovani attori e adolescenti non professionisti.

Il Teatro Biondo è stato scelto come partner e sabato alle 18 sarà la stessa regista a raccontarlo in anteprima sul canale YouTube del Teatro.
Irina Brook prende spunto dal preoccupante fenomeno dell’Hikikomori, localizzato in Giappone qualche anno fa ma diffuso capillarmente in tutto il mondo occidentalizzato: adolescenti che hanno deciso di ritirarsi dalla vita sociale rinchiudendosi nelle loro camerette e mantenendo con l’esterno una ridotta comunicazione attraverso i dispositivi elettronici: pc e smartphone.

In diretta sui social si potrà seguire la prima sessione di lavoro, che la regista condurrà insieme agli allievi della Scuola del Teatro Biondo, mentre i docenti del Dipartimento universitario, Giuseppe Ferraro e Rosa Lo Baido, e Daniele La Barbera, professore ordinario di Psichiatria e direttore dell’Unità Operativa complessa di psichiatria del Policlinico, parleranno del fenomeno degli Hikikomori dal punto di vista clinico.

Nelle prossime settimane verranno coinvolti alcuni ragazzi e ragazze che soffrono o hanno sofferto della sindrome dell’Hikikomori; successivamente, Irina Brook elaborerà i diversi materiali per preparare una fase di lavoro da presentare al pubblico in forma di performance. Figlia d’arte, naturalmente, Irina Brook è cresciuta tra palcoscenico e camerini, al seguito dei genitori tra l’Inghilterra e la Francia, dove Peter Brook guida tuttora il Theatre des Bouffes du Nord, a Parigi: a diciotto anni, la futura regista lasciò l’Europa per trasferirsi a Broadway e studiare con Stella Adler.

Da allora si è sempre divisa tra i due continenti; tra le sue opere più conosciute, ci sono le riletture contemporanee dei maggiori classici (il padre ha di fatto portato in scena tutto Shakespeare); lo spettacolo En attendant le songe, tratto nel 2005 dal Sogno di una notte di mezz’estate, e interpretato da soli sei attori maschi, ha ottenuto finora almento 300 repliche tra Francia, Canada e New York.

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