23 maggio, Giornata nazionale della legalità 2021: 29 anni dalle stragi del’92

di Manuela Zanni


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Sono passati esattamente 29 anni dal massacro che Cosa Nostra pianificò e eseguì con inconcepibile ferocia nei confronti di cinque persone di straordinaria levatura morale che avevano dedicato la loro vita alla Legalità e alla Giustizia.

Quell’asfalto sventrato dell’A29 che urlò al mondo intero il dolore di un Paese, non ha mai smesso di raccontarci la storia di una Italia ferita da tempo e che agonizzò in quel tiepido pomeriggio di maggio per volontà del Male personificato da Cosa Nostra.

Il giudice Falcone provò a sanare il Paese infermo con spirito di sacrificio, coraggio e devozione per il lavoro e per lo Stato italiano con il Pool antimafia, insieme al giudice Paolo Borsellino, iniziò la straordinaria stagione del maxi-processo di Palermo e di quello che è passato alla storia come il Primo grande processo alla Mafia in Italia.

In quel clima Falcone spese ogni sua energia nel lavoro investigativo sui cosiddetti “Delitti politici”, gli omicidi di Michele Reina, Piersanti Mattarella, Pio La Torre.

Non si fermava, Falcone. Ma anche Cosa Nostra sapeva  che il giudice era un concentrato di informazioni capace di minare quella perfetta e marcia struttura verticistica nella quale nessuno prima di lui si era imbattuto. Mille kg di tritolo utilizzò la Mafia per uccidere e profanare il più onesto servitore dello Stato, ma riuscì solo in parte nell’impresa criminale, perché da quel momento qualcosa cambiò nel Nostro Paese.

Lo Stato, bestia trafitta e stordita seppe rialzarsi e iniziò subito la sua battaglia contro la Mafia che mai, così palesemente, lo aveva sfidato. Cinquantasette giorni dopo, toccò al giudice Paolo Borsellino. Il 19 luglio, infatti, ci fu un secondo attentato dinamitardo, passato tristemente alla storia come Strage di via D’Amelio, che uccise il giudice e 5 uomini della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli.

A poche ore dalla Strage di via D’Amelio, cominciò l’inizio della fine di Cosa Nostra: scattò l’art. 41 Bis, la legge sul carcere duro. Ma soprattutto, l’Italia si svegliò dal torpore e iniziò il cambiamento.

Il 23 maggio è il giorno in cui l’Italia, attraverso il ricordo doloroso delle due stragi, riafferma la sua scelta di essere un Paese che vive per la Legalità e la Giustizia.

La Giornata Nazionale della Legalità rappresenta, in tal senso, il giorno di mobilitazione democratica per rivendicare giustizia, libertà e verità, ed è un giorno importantissimo perché unisce l’Italia nel dolore, ma anche nella comune speranza di portare avanti, sempre con maggiore consapevolezza, le idee di Falcone e Borsellino.

Tra le iniziative, ormai storiche, della Fondazione Giovanni Falcone , #PalermoChiamaItalia e #Unlenzuolocontrolamafia, un lenzuolo bianco da esporre sui balconi, come accadde dopo le stragi del 1992. quest’anno anche  #DicosasiamoCapaci, si tratta di inviare un breve racconto di un gesto compiuto di coraggio, altruismo, solidarietà, inclusione. La narrazione dei semplici e nobilissimi gesti vuole valorizzare il contributo che ciascuno, anche senza che gli sia richiesto dal ruolo, può dare alla collettività.

Sulle porte delle aule, invece, si potrà apporre una coccarda bianca, perché il bianco rappresenta il Bene che combatte il Male, la Legalità che trionfa sulla mafia. E rappresenta le idee che restano, anche quando gli uomini passano come ci  hanno insegnato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con il loro sacrificio.

L’hashtag per la Giornata Nazionale della Legalità è: #SiamoifaridellaLegalità

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