Il tumore al pancreas viene definito il male silenzioso, ma perché si tratta di discutere del ‘big killer’ dei tumori? E soprattutto, quali sono i campanelli d’allarme?
Solamente nel 2019 se ne contano 13.500 casi in Italia, numeri non sottovalutabili – se non in aumento – così come i decessi. Purtroppo tre quarti dei malati sono destinati a morire entro un anno dalla diagnosi. Motivo per cui viene definito il killer dei tumori. Anche definito imprevedibile. Un organo situato nell’addome, è una ghiandola fondamentale che produce l’insulina e altri enzimi importanti per la digestione. In mancanza di questi, ne deriva uno scompenso non indifferente.
Il tumore al pancreas si sviluppa spesso senza dei sintomi particolarmente ‘visibili’ o ‘tangibili’. Vi sono diversi tipi di tumore del pancreas, il più comune è l’adenocarcinoma ovvero il ‘killer silenzioso’ che cresce e si diffonde rapidamente tra i dotti che trasportano gli enzimi digestivi.
Nonostante la diagnosi precoce sia difficile perché i sintomi solitamente emergono in stato avanzato, si possono scorgere dei campanelli d’allarme, o almeno, quelli che possono permettere di prevenire in tempo questo tipo di tumore aggressivo.
Se parliamo del tumore al pancreas è difficile parlare di prevenzione, ma di certo si può parlare di astensione dal fumo e di una dieta sana ed equilibrata.
Ma una Risonanza Magnetica con frequenza annuale, sarebbe l’esame che permetterebbe di ‘trovare’ lesioni tumorali piccole pre-invasive nella popolazione a rischio.
Nonostante quella descritta, ci sono anche altre le tecnologie in uso per la valutazione del tumore al pancreas, quali: l’ecotomografia (la prima indagine addominale), la TAC (con mezzo di contrasto valuta diagnosi e stadiazione), Ecoendoscopia (sfrutta un endoscopio per ottenere delle immagini dettagliate dell’organo), Tomografia ad Emissione di Positroni (PET, serve per il completamento diagnostico dell’adenocarcinoma).