Come faccio a capire se soffro di endometriosi?

di Manuela Zanni


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L’endometriosi è una patologia che riguarda il 10-20% delle donne in età fertile (soprattutto tra i 25 e i 35 anni) e che prevede la presenza di tessuto endometriale in sedi differenti da quella fisiologica, che è l’interno della cavità uterina.

Dove si sviluppa l’endomestriosi

L’endometriosi può svilupparsi in varie sedi:

Nelle ovaie: viene chiamata l’endometriosi ovarica ed è la più diffusa, con la formazione di cisti endometriosiche che possono avere una dimensione che varia da pochi millimetri sino a 10 centimetri. Queste cisti contengono sangue mestruale dal momento che le cellule endometriali si comportano come se fossero nella loro sede naturale, cioè nell’utero.

Nel peritoneo pelvico, in particolare nelle fossette ovariche, nel setto retto/vaginale, nei legamenti uterini, nella plica vescico/uterina, nel perioneo pelvico peri viscerale.

Negli organi pelvici, nello specifico nella vescica, nell’intestino e nell’uretere. In  organi o tessuti che sono posti al di fuori delle pelvi, come ad esempio la pleura: situazioni più rare che vengono definite endometriosi extrapelvica nello spessore della parete uterina, e in questo caso l’endometriosi viene chiamata adenomiosi.

Quali sono le cause dell’endometriosi?

Le cause dell’endometriosi non sono ancora del tutto conosciute.

Tra le ipotesi più accreditate c’è quella della “mestruazione retrograda” che sostiene che nel corso della mestruazione ci sia un ritorno del sangue dall’utero nelle pelvi che comporti un passaggio di cellule endometriali sul peritoneo e sugli organi pelvici.

Altre teorie sostengono che l’endometriosi possa derivare da una modificazione ex novo del tessuto che ricopre le pelvi (metaplasia) o che la disseminazione delle cellule endometriali avvenga per via linfatica o ematica.

Tra le ipotesi, infine, anche quella che l’endometriosi si sviluppi in donne che ne abbiano una predisposizione genetica o che siano colpite a un’alterazione del sistema immunitario.

 

Quali sono i sintomi dell’endometriosi?


Spesso l’endometriosi è asintomatica e viene individuata solo nel corso di un’ecografia eseguita di routine o grazie a un intervento laparoscopico, in genere disposto quando si registrino problemi di infertilità.

Ci sono pero casi in cui l’endometriosi si manifesta attraverso sintomi che possono anche divenire invalidanti, come dolore pelvico soprattutto in fase peri-mestruale, dismenorrea tardiva (mestruazioni dolorose), dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) soprattutto nei periodi pre e post mestruali, irregolarità dei cicli mestruali, sanguinamenti anomali, dolore durante la defecazione e sterilità.

 

Rapporto tra endometriosi e infertilità

L’infertilità è legata all’endometriosi  quando questa si presenta nella sua forma più grave, a causa di fattori meccanici dovuti al sovvertimento degli organi pelvici e alla formazione di aderenze che portano a un’alterazione dei rapporti tra le ovaie e le tube. Anche lo sviluppo di endometriosi nello spessore della parete uterina può avere effetti negativi sulla possibilità di impianto di una gravidanza.

Non vi dovrebbero invece essere nessi tra infertilità e forme più lievi di endometriosi che in genere derivano da infiammazioni di origine immunologica o vascolare di cui ancora si sa molto poco.

 

Come si può diagnosticare l’endometriosi?

L’endometriosi può essere diagnosticata nel corso di una visita ginecologica nel corso della quale a una prima fase di anamnesi – in cui il medico verifica la sussistenza di sintomi propri di questa patologia – fa seguito un esame fisico che può mettere in risalto la presenza di cisti endometriosiche a livello del setto retto vaginale, della cervice uterina o dei fornici vaginali oltre a eventuali “fissità” degli organi pelvici che possano far sospettare l’esistenza di endometriosi.

La visita può essere corredata di esami strumentali quali:

  • ecografia transvaginale, che può evidenziare formazioni cistiche endometriosiche nelle ovaie, nell’utero o negli altri organi pelvici
  • risonanza magnetica della pelvi, il cui uso è limitato ai casi di endometriosi che non toccano organi ginecologici come l’intestino e l’uretere
  • laparoscopia, lo strumento migliore per individuare un’endometriosi a livello di organi pelvici, anche se le cisti sono molto piccole. In genere viene eseguito quando
  • il medico sospetta si sia in presenza di questa patologia, quando pur in presenza dei sintomi propri dell’endometriosi, ecografia e risonanza magnetica non sono
  • riuscite a evidenziare la presenza di cisti endometriosiche.

Come  curare l’endometriosi?

L’endometriosi può essere curata con terapie che vanno dalla semplice osservazione alle terapie mediche o a quelle chirurgiche.

  • Le terapie di osservazione, consistenti in una condotta d’attesa, sono quelle utilizzate nel caso in cui si sia in presenza di forme asintomatiche con piccoli endometriomi a carico delle ovaie o con impianti peritoneali.
  • Le terapie mediche (qui un approfondimento) vengono utilizzate nei casi in cui vi sia una sintomatologia dolorosa o nei casi in cui si vogliano prevenire recidive in chi si è sottoposta a intervento chirurgico.
  • La terapia chirurgica (qui un approfondimento), in particolare la laparoscopia, viene utilizzata nei soli casi in cui con le cure mediche non si sia ottenuto alcun risultato.

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