Come cambiare un nome che non ci piace

di francesca


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Quante volte ci è capitato di ridere su un nome o cognome altrui che fosse ridicolo o che contenesse bizzarri doppi sensi? E pensare che tante star si fanno conoscere al mondo con nomi d’arte accattivanti che a volte mascherano nomi di battesimo decisamente meno appealing.

In Italia, ogni cittadino gode del diritto dell’immutabilità del suo cognome, ma al contrario se è il cittadino a desiderare di modificare il proprio nome o il proprio cognome?

Il cambiamento può essere effettuato attraverso sentenza o decreto ministeriale e/o prefettizio: esso può avvenire per il mutamento di stato della persona (riconoscimento figlio naturale, dichiarazione giudiziale di paternità, legittimazione di figlio naturale, adozione affiliazione, disconoscimento paternità legittima, reclamo dello stato di figlio legittimo, mutamento di sesso).

Quanto alla procedura, è necessario sottolineare che tutti hanno diritto di proporla ma la concessione del decreto è a discrezione degli organi competenti, cioè il Ministero dell’Interno ed il Prefetto. Il Prefetto è competente sia per il cambiamento del nome o aggiunta a questo di altro nome, sia per il cambiamento del cognome, perché ridicolo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale.

Se si vuole cambiare cognome, si vuole modificare un segno distintivo della propria personalità, in quanto non gradito, sostituendo ad esso un altro segno; mentre, con l’aggiunta di cognome, si ha una finalità positiva, di aggiungere cioè un ulteriore elemento gradito ad un cognome che già piace. In questo caso la competenza è del Ministero dell’Interno e la fase istruttoria è svolta dal Prefetto: nella domanda è necessario esprimere le ragioni della richiesta, poiché non si può trattare del semplice desiderio di cambiare il nome o cognome.

Bisogna provare, mediante documentazione o prove testimoniali (rese con atti notori), motivi seri, cioè ad esempio un uso pregresso del nome, il voler perpetuare un cognome in via d’estinzione, magari se il richiedente è l’unico figlio maschio dell’azienda materna, o discendente, da parte di madre, da un’illustre famiglia della quale si perderebbe il nome.

Un esempio tipico in cui viene concesso il decreto è quello dei fratelli uterini (figli della stessa madre ma di padri diversi) ai quali si desidera attribuire un uguale cognome per rendere più evidente il rapporto affettivo tra i fratelli, oppure per aggiungere il cognome materno con il quale, per ragioni sociali, si è conosciuti.

Altro caso è quello dell’incertezza che deriva dal nome troppo diffuso, oppure dalla perdita della potestà del padre sul figlio per aver tenuto il padre una condotta deplorevole e/o per aver commesso gravi reati, quando risulta che portare il cognome paterno produce un grave pregiudizio.

Se si desidera modificare il proprio nome o cognome ridicolo o vergognoso, ci si rivolge al Prefetto competente secondo la propria residenza e si presenta una domanda che, oltre ai documenti anagrafici, contenga la dichiarazione del nome o del cognome che si desidera avere. Il Prefetto deciderà a sua discrezione; se accoglie la domanda, autorizzerà le pubbliche affissioni, strumento che permette a chiunque ne abbia interesse di opporsi entro i trenta giorni dalla data dell’ultima affissione. La variazione ottenuta si estende ai figli ed a tutti i propri discendenti.

Piuttosto, dunque, che tenersi un nome nel quale non ci si riconosce o che ci fa sentire a disagio, meglio rivolgersi alle autorità e richiedere il decreto di modifica.

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