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Disabilità, come spiegarla ai bambini in maniera semplice
La disabilità è una condizione che riguarda la vita degli esseri umani e, a ben guardare, quella degli esseri viventi. Essa è intesa come la temporanea o permanente impossibilità fisica o psichica di svolgere alcuni compiti e funzioni necessari alla vita. La disabilità, perciò, è una cosa seria e prima di spiegarla ai bambini, gli adulti devono fare pace con essa. Perché? Perché la disabilità fa paura in quanto potrebbe riguardare, un giorno, ognuno di noi o dei nostri cari. La vita, in ogni caso, tende alla disabilità: quella che si presenta nella vecchiaia o nella malattia, tanto per citare gli esempio più indiscutibili.
Quindi, come spiegare la disabilità in modo semplice ai nostri figli? Vediamo per punti:
- Libri sulla disabilità. Studiare, leggere, informarsi è meglio che restare ignoranti sulla materia. Come adulti e soprattutto come genitori abbiamo il dovere e la responsabilità di dire ai figli la verità, ovvero che si può venire al mondo sani o con delle disabilità ma che questo nulla toglie alla sacralità della vita. Esistono anche molti libri per bambini sulla disabilità che possono poi venirci in aiuto. Diversi testi, ad esempio, aiutano ad affrontare, comprendere e spiegare l’autismo. Altri spiegano con i fumetti perché alcuni bambini o adulti sono su una sedia rotelle o hanno un apparecchio acustico.
- Giochi sulla disabilità. Insegnare ai nostri figli che ognuno di noi è differente e che un disabile è una persona con ridotte capacità motorie, psichiche o intellettive ma non per questo meno bella, capace o amica di tutte le altre. Qualche tempo fa, a tal proposito, sono nate anche le bambole con disabilità per aiutare i bambini a prendere contatto con la disabilità sin da subito. E lo sapete la cosa strana qual è quando un bambino prende contatto con la disabilità sin da piccolo? Che non trova alcuna differenza tra un disabile e un normodotato finché un adulto non glielo fa notare!
- L’esempio dei “disabili famosi”. Uscire dal pregiudizio del “meno fortunato”. La fortuna è ciò che siamo in grado di creare e ci sono disabili che hanno creato cose geniali. Alcuni grandi scienziati, politi o artisti avevano degli handicap importanti.
Esempi?
- Stevie Wonder, il cantante cieco
- Ludwig van Beethoven, il musicista sordo
- Frida Kahlo, la pittrice che si auto-dipingeva sulla sedia a rotelle
- Stephen Hawking, uno dei più grandi fisici del mondo malato di SLA
- John Nash, importantissimo matematico affetto da schizofrenia
- Franklin D. Roosvelt, presidente degli Stati Uniti che non poteva camminare
- Nick Vujicic, lo sportivo nato senza braccia e senza gambe
Gli stessi attuali campioni olimpici Alex Zanardi e Bebe Vio che hanno trionfato durante l’ultima edizione delle Paralimpiadi 2016 sono disabili per malattia o per incidente. Certo, anche in questo caso, bisogna stare anche attenti a non creare “stereotipi al contrario”, cioè nel fare dei disabili degli strani fenomeni. Quello che bisogna spigare è semplicemente che la disabilità è normale e che in esse non c’è nulla di pauroso e temibile.
E’ vero, la nostra cultura non aiuta a spiegare la disabilità ai nostri figli in modo semplice perché il conformismo ci induce ad essere tutti apparentemente perfetti ma, noi, possiamo far capire ai nostri figli che i disabili sono perfetti al pari di tutti: respirano, sorridono, si emozionano, piangono, giocano, si arrabbiano, scalpitano, amano gli animali, abbracciano i loro genitori, hanno i nonni e gli zii… insomma le stesse cose di tutti gli altri.
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