Sanremo, Selvaggia Lucarelli a Cattelan: “Mi inviti l’unico anno in cui non c’è niente da commentare”

di Redazione
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Il Festival di Sanremo 2025 quest’anno sembra essere l’edizione della normalità, almeno secondo Selvaggia Lucarelli, ospite fissa del Dopofestival condotto da Alessandro Cattelan.

La giornalista e opinionista anche ieri sera non ha risparmiato la sua consueta ironia nel sottolineare quanto questa edizione sia priva di colpi di scena, polemiche o scandali di cui discutere.

Abbiamo normalizzato tutto, anche i cantanti“, ha affermato Lucarelli, evidenziando come questa ricerca di equilibrio e di “normalità” abbia portato ad un Festival piatto, senza particolari guizzi.

Lo stesso Cattelan ha riconosciuto l’ordinarietà di questa edizione, pur sottolineando il grande successo ottenuto in termini di ascolti. “Sta andando alla grande, complimenti a Carlo”, ha commentato, aggiungendo che la mancanza di eventi degni di nota rende più difficile creare contenuti interessanti per il Dopofestival.

Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli, con la sua consueta ironia, ha ribadito il concetto con una battuta fulminante: “Mi inviti a Sanremo l’unico anno in cui non c’è niente da commentare. Mi hai proprio disinnescata“.

Una constatazione che non fa una piega, considerando la sua abilità nell’analizzare e commentare i momenti più iconici della televisione italiana. La band in studio, gli Street Clerks, ha cercato di stemperare la situazione dedicandole un brano con il ritornello “Contiamo su di te Selvaggia, we love you”, quasi a invitarla a trovare comunque qualche spunto di discussione.

Eppure, di argomenti ce ne sarebbero stati. Uno su tutti, la sfuriata di Tony Effe contro il Festival per la questione della sua collana.

Un episodio che, nonostante fosse avvenuto poco prima della puntata, non è stato neanche sfiorato nel programma, nonostante Tony Effe fosse presente in studio. Un’occasione persa per affrontare un tema caldo, che avrebbe potuto dare nuova linfa al Dopofestival.

Forse è semplicemente più facile ridere e scherzare senza addentrarsi in vere analisi e critiche. O, almeno, senza farlo in un Dopofestival, che dovrebbe rispettare il suo ruolo di osservatore attento e pungente del Festival della Canzone Italiana.

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