Roberto Vecchioni: “La morte di mio figlio è stata il crollo del mondo, ma sento lui dentro di me”

di Redazione


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Roberto Vecchioni ricorda il figlio Arrigo, scomparso nello scorso mese di aprile, a 36 anni. Il cantautore, che ha compiuto 80 anni il 25 giugno, ha parlato in una lunga intervista del dolore della scomparsa avvenuta prematuramente.

Roberto Vecchioni, il dolore per la morte di Arrigo

La famiglia Vecchioni ha annunciato lo scorso aprile la morte di Arrigo, secondo dei quattro figli di Roberto Vecchioni e primo nato dall’amore per Daria Colombo (seconda moglie, che ha sposato nel 1981). Una perdita dolorosa e prematura , che il cantante ha ricordato in una intensa intervista al Corriere della Sera.

Arrigo aveva 36 anni e la sua scomparsa è stata: “Una cesura tra una vita e un’altra, lo è stato ancora di più per mia moglie”. Quindi ha aggiunto: “Non l’ho presa come un’ingiustizia. Questo no, assolutamente no. Mi viene in mente Eschilo che diceva: ”Si impara soffrendo”. Forse dalla felicità non si impara un ca**o. Si impara solo soffrendo, sperando di tornare alla felicità”.

È stato il crollo del mondo, dell’universo, ma non di certezze e ideali. E poi lo sento dentro fortissimo, mio figlio. Lo sento intensamente, Arrigo, me lo rivedo dentro continuamente“, ha detto ancora Roberto Vecchioni.

Parlando del figlio, che era bipolare, il cantante ha ricordato in particolare un episodio vissuto insieme a lui, che ha interpretato come una metafora della vita: “Un giorno, tornando dall’ospedale vicino Piacenza dove lui andava a fare terapia, abbiamo preso la Statale per andare a Desenzano ed era piena di autovelox. Gli ho detto ”Facciamo una cosa: tu guida, passa, ogni volta che c’è un autovelox te lo dico e tu rallenti”. Abbiamo fatto questa strada di corsa e sembrava la vita, proprio. Corsa, corsa corsa e ad ogni autovelox lo fermavo”.

“Quando siamo arrivati lui mi ha abbracciato e mi ha detto: ”Li abbiamo fottuti tutti, papà”. E invece un autovelox ci aveva beccati. Ho tentato di dire: ”Non è colpa sua, ma mia, guidavo io”. ”Eh no…” hanno risposto. ”… abbiamo visto, prendiamo lui”. Questa è la morte di mio figlio: gli autovelox della vita“.

“Quello per un figlio è un amore incosciente”

Arrigo aveva due sorelle e un fratello: Francesca, nata dal primo matrimonio di Roberto Vecchioni, con Irene Bozzi; poi Carolina ed Edoardo. Proprio Francesca, poco dopo la sua morte, ha pubblicato sui social una foto di tutti e quattro insieme, a cena, in una sera d’estate.

“Il mistero che c’è, dentro un figlio o una figlia, è soprattutto quando lo vedi fare cose che non sono nelle tue consuetudini, non sono comprensibili per il tuo essere novecentesco” ha spiegato ancora Vecchioni: “Lasci fare, ma non capisci. Quello per un figlio è un amore incosciente, non riesci a comprendere perché, ma sai che devi amarlo, sempre“.

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