Mariangela Melato, biografia, carriera, vita privata dell’attrice

di Redazione


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Mariangela Melato chi era l’attrice italiana. Biografia e carriera: dove è nata, quando e come è morta, che malattia ha avuto. Come è diventata famosa, quali sono i suoi film più belli. La vita privata, il legame con Renzo Arbore.

Biografia e carriera

Attrice italiana di grandissimo talento, è diventata una vera e propria icona del cinema italiano in tutto il mondo e ha lavorato con alcuni dei registi più illustri del nostro Paese, non solo per il grande schermo, ma anche in teatro. È nata a Milano, sotto il segno della Vergine, il 19 settembre del 1941 ed è morta a Roma, l’11 gennaio del 2013.

Cresciuta nel quartiere San Marco della sua città, era figlia di Adolfo, triestino di origini austriache, e Lina, milanese. Aveva un fratello e una sorella: Ermanno e Anna. Ha studiato pittura all’Accademia di Brera e ha lavorato come vetrinista alla Rinascente per pagarsi i corsi di recitazione. Nel 1960 è entrata da trovarobe e suggeritrice nella compagnia di Fantasio Piccoli. Ha esordito come attrice in Binario cieco di Carlo Terron.

Dal 1963 al 1965 ha lavorato con Dario Fo, in seguito con Luchino Visconti. Si affermò come attrice teatrale ne L’Orlando furioso di Luca Ronconi, ma ebbe successo anche nella commedia musicale. L’esordio al cinema avvenne con i film Thomas e gli indemoniati di Pupi Avati e Basta guardarla di Luciano Salce, nel 1970. L’anno seguente arrivò il grande successo con Per grazia ricevuta, ma la vera consacrazione avvenne con La classe operaia va in paradiso. Anche i film seguenti furono grandi successi.

Fu con Lina Wertmüller che Mariangela Melato divenne una delle più grandi attrici della sua generazione, grazie a film come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, tutti con Giancarlo Giannini. Nel 1974 arrivò il primo David di Donatello come miglior attrice per La poliziotta.

Mariangela Melato nel 1972
Mariangela Melato nel 1972

Tanti i successi al botteghino anche negli anni Ottanta. Nel 1980 fu sul grande schermo con Il pap’occhio di Renzo Arbore, con il quale ha avuto un profondo legame sentimentale. La carriera della Melato rimase sempre indissolubilmente legato al teatro, dove interpretò personaggi di elevato spessore. anche negli anni Novanta e Duemila continuò a lavorare non solo per il cinema, ma anche per la tv e, naturalmente, per il teatro.

Come è morta Mariangela Melato?

Mariangela Melato è morta l’11 gennaio del 2013, all’età di 71 anni. Era ricoverata in una clinica di Roma, a causa di un tumore al pancreas del quale soffriva da tempo. I funerali sono sono svolti nella basilica di Santa Maria in Montesanto, chiamata anche Chiesa degli Artisti. A ricordarla c’era anche Emma Bonino. L’urna con le sue ceneri è conservata dalla sorella Anna.

Il Teatro Studio di Milano è stato dedicato a Mariangela nello stesso anno della morte, così come a novembre, sempre dello stesso anno, il suo nome venne iscritto nel famedio del cimitero monumentale. Il 21 settembre 2023 i giardini di piazza Mirabello sono stati dedicati alla sua memoria, con una cerimonia alla quale erano presenti autorità, la sorella Anna e amici come Ricky Gianco.

Mariangela Melato e Renzo Arbore

Mariangela Melato ha avuto una lunga storia con Renzo Arbore, iniziata negli anni Settanta. Si incontrarono in circostanze piuttosto casuali: “La invitai a una festa a casa di Agostina Belli, l’attrice. C’era anche Lucio Battisti che teneva a farci ascoltare una canzone che ancora non aveva inciso. Mariangela ed io, eravamo entrambi reduci da storie malamente finite e quando lui intonò ‘io vorrei, non vorrei ma se vuoi…’ ecco, lì scattò un’intesa e ci innamorammo”, ha raccontato proprio Arbore.

Il loro amore ha attraversato diverse fasi, con una separazione negli anni Ottanta e un riavvicinamento negli anni Duemila: “Più adulti, si è riformata la coppia anche perché l’affetto era rimasto integro anche nel periodo di lontananza”, ha sottolineato Arbore.

In occasione del decennale della scomparsa, ha inoltre aggiunto: “Per me (gli anni, ndr) sono sempre pochi. È come se fosse andata via ieri. Il dolore è rimasto quello, l’assenza costante. Perché non solo era un’artista di grandissimo talento, ma era proprio una donna, una persona bravissima”.

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