Intervista ad Anita Caprioli, l’attrice si racconta agli Univision Days

di Filomena Salzano


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Sia nell’esaltante tappa milanese che nella sua prosecuzione a Roma, gli Univision Days offrono ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente, fruibile al meglio grazie alle sofisticate tecnologie utilizzate. In programma dibattiti, approfondimenti, proiezioni in anteprima alla presenza di registi, attori e distributori, incontri con le diverse professionalità del mondo dell’audiovisivo e del home video per fare il punto sul suo stato attuale e le prospettive di sviluppo del mercato dell’home entertainment.
Nella moderna cornice dello Spazio Vogue in Porta Nuova, una delle due sedi milanesi della rassegna, abbiamo incontrato Anita Caprioli subito prima della presentazione del dvd de “La prima neve” di Andrea Segre, film uscito nelle sale nel 2013 e presentato con successo alla Settantesima Edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Attrice poliedrica, bellissima e riservata, Anita Caprioli è amata dal pubblico e contesa dai registi. Si divide con entusiasmo tra cinema, teatro e fiction, mantenendosi sempre lontana dalle indiscrezioni della cronaca rosa. Ci accoglie con un grande sorriso e con la sua disarmante semplicità.

Partiamo dal motivo che ci ha permesso di incontrarci. In relazione alla tua esperienza sul set de “La prima neve” di Andrea Segre, qual è il ricordo più bello ed emozionante che hai?
Non ce n’è UNO in particolare. È stata un’esperienza speciale nel complesso, per le persone con cui ho avuto modo di lavorare. Ricordo con particolare affetto il rapporto con Matteo Marchel, l’attore che interpretava il ruolo di Michele, mio figlio sul set. Un bambino sensibile e intelligente con il quale è nata da subito un bellissima complicità .

Hai anticipato la mia prossima domanda. Sia ne “La prima neve” che in “Corpo celeste” hai lavorato con due giovanissimi attori non professionisti. Come è stato e cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Lavorare con i bambini è un’esperienza unica che arricchisce sempre, per il loro essere spontanei, senza schemi o sovrastrutture. Con Matteo si è creata subito un’intesa. Sapeva esattamente cosa fare e come comportarsi ma senza che ne fosse veramente consapevole, in modo del tutto naturale e spontaneo, appunto.

Ne “La prima neve”, così come già in “Corpo celeste”, ti sei calata nei panni di una madre. È un ruolo che hai amato o che hai avvertito come particolarmente coinvolgente?
Come sai, io non sono madre ma, in quanto donna, credo esista qualcosa di innato e istintivo grazie al quale si crea sempre un legame forte con il personaggio e che ti permette di immedesimarti.

Nella tua carriera di attrice passi con naturalezza dai ruoli drammatici e impegnati (come quello di Elisa), ai ruoli più leggeri della commedia. C’è un genere che preferisci o un ruolo nel quale ti senti più a tuo agio?
Il bello è questo. Il bello del mio lavoro, del lavoro di attrice, è proprio questo. Avere la possibilità di calarsi di volta in volta in un personaggio diverso, di raccontare storie diverse, arricchendole di colori e sfumature sempre nuove e differenti.

Nell’ampio ventaglio dei tuoi personaggi, c’è un tratto, una qualità che accomuna le donne che hai interpretato?
È difficile essere cosciente di aver dato qualcosa ad un personaggio. Quello che per me è importante è cercare sempre di riportare una verità rispetto alla vita o alla storia che sto andando a raccontare. Anzi, che STIAMO andando a raccontare, perché è un lavoro di squadra. Quello che mi impegno a fare è essere il più solidale possibile rispetto alla storia che voglio raccontare. Come ne La Prima Neve, cerco di essere vicina alla realtà per condividere momenti di vita vera.

Hai lavorato con tantissimi grandi nomi del cinema e della tv. C’è un regista (italiano o straniero) per il quale non esiteresti a mollare tutto e tutti?
Oddio… Non saprei… Quello che posso dirti è che sono una grandissima fan di Jean-Luc Godard. Amo il suo punto di vista, il suo modo di raccontare. Adoro il suo senso epico. Ecco. Credo che lui riesca a dare una chiave epica a qualsiasi storia, anche apparentemente “piccola”o comune.

Dal teatro al cinema, passando attraverso la fiction, hai avuto modo di lavorare con grandi nomi del panorama cinematografico e televisivo. C’è un regista o un attore al quale ti senti più legata professionalmente o emotivamente?
Questa è una domanda a cui non so rispondere mai. Ogni film, ogni set è un esperienza sempre diversa che in qualche modo ti arricchisce. Magari con qualcuno dei registi con cui ho lavorato c’è un desiderio di ritrovarsi, perché è stato particolarmente bello lavorare insieme, e di rivivere quell’esperienza. Con altri invece c’è un sorta di senso di incompiuto, quasi la sensazione di aver lasciato un percorso in sospeso e c’è la voglia di riprenderlo e continuare.

Insisto. Se proprio dovessi farmi qualche nome?
(Sorride) Beh…Mi piacerebbe lavorare ancora con Zanasi, con Alice Rohrwacher, con Verdone…ma potrei andare avanti per ore ed elencarli tutti. È troppo difficile.

E invece attori con i quali ti piacerebbe lavorare ancora?

Stesso discorso, non so scegliere. Ho avuto la fortuna di avere sempre rapporti molto belli e costruttivi. É difficile scegliere perché ogni rapporto è sempre diverso, non sono confrontabili.

Prima di lasciarti, parlando del presente e dell’imminente futuro, dove ti vedremo prossimamente? Sul grande schermo, in tv o a teatro?
A settembre andrà in onda una fiction Rai in sei puntate, La Catturandi, ambientata a Palermo e incentrata sulla lotta tra Stato e mafia. Il personaggio femminile che interpreto è una donna tenace, impegnata in prima linea in questa lotta ma che, parallelamente, vive una situazione personale molto travagliata. Forte, decisa e determinata sul piano professionale, ma fragile e tormentata sul piano interiore ed emotivo. Quando si rende conto che la sua vita affettiva è fallimentare, intraprende un percorso interiore e psicologico che la porterà a scoprire molte cose su di sé e sulla sua vita. É un personaggio narrativamente molto affascinante, è stato bello accompagnarla in questo suo percorso interiore.[dcgallery code=’fotogallery.donnaclick.it_post_213133′]

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