A Perugia, una ragazza di 13 anni si è tolta la vita dopo una lite familiare e la punizione di togliere il cellulare.
Nessun servizio per chi parla al cellulare, la scelta del calzolaio: “Clienti troppo maleducati”
Nessun servizio per i clienti che parlano al cellulare: è la scelta di Massimo Billi Carlesso, un calzolaio di Treviso, che ha esposto nel suo negozio un cartello per avvisare la clientela. “Non servo persone al cellulare!”, recita l’avviso, arrivato dopo una serie di esperienze negative.
Dalle pagine de Il Gazzettino, Carlesso ha spiegato: “Penso che sia un segno di maleducazione enorme e purtroppo succede anche più e più volte. Ma una volta in particolare è stata quella che mi ha convinto a mettere il cartello”. L’episodio ha avuto per protagonista una ragazza, entrata nella bottega parlando al telefono.
La giovane aveva lasciato un paio di sandali per una riparazione: “Quando le ho chiesto di provare i sandali prima di cucirli definitivamente, per vedere se le misure fossero giuste, la ragazza ha continuato a parlare al telefono. Si è seduta per provare i sandali continuando a discutere al telefono con un’amica di una questione di poco conto, al che ho deciso di mettere in un sacchetto i suoi sandali ancora scuciti e le ho chiesto di uscire dal negozio“.
“Quando entrano parlando al cellulare, li ignoro”
Continuando a parlare con Il Gazzettino, Carlesso racconta che, nonostante l’avviso, molti clienti entrano ancora usando il cellulare. Quando capita, precisa, “Li ignoro e continuo a fare il mio lavoro finché non mettono giù il telefono. Si tratta di una semplice dimostrazione di buona educazione“.
“Inoltre è anche un’invasione del tuo spazio personale – aggiunge il calzolaio – perché le persone entrano urlando al telefono i fatti propri e tu non puoi fare a meno che ascoltare tutto quello che dicono. Lo trovo veramente un comportamento irrispettoso, ma non solo qui in negozio da me, ma in tutti gli spazi pubblici in cui le persone si trovano insieme, come ad esempio il treno”.