Sanremo 2023, Fedez e Rosa Chemical: c’è la denuncia per atti osceni

di Manuela Zanni


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La ‘bravata’ di Fedez e Rosa Chemical al Festival di Sanremo 2023 non è destinata a finire nel dimenticatoio delle oscenità televisive. Presentato, infatti, nei loro confronti un esposto dall’Associazione Pro Vita  per l’esibizione a Sanremo 2023  fondata  su due articoli del codice penale.

L’esposto contro Fedez e Rosa Chemical

Nell’esposto presentato contro la ‘performance’ Fedez e Rosa Chemical sono citati due articoli. Il primo  articolo  citato nell’esposto è il 529, il secondo il 527. L’associazione lo ha presentato insieme all’ex ministro Carlo Giovanardi e all’avvocato Valerio Cianciulli. Ed è accompagnato da una petizione che mette nel mirino la “propaganda gender”, la “sessualità fluida”, il “poliamore” e la pornografia. Nel mirino c’è la scena del twerking tra i due artisti e non il successivo bacio. Ovvero il momento in cui Rosa Chemical si è seduto sulle gambe del rapper. E la successiva reazione di Fedez che ha mimato un amplesso in prima fila all’Ariston. I due «hanno mimato un rapporto sessuale con relativo orgasmo in diretta televisiva», scrivono i due promotori dell’esposto alla procura sanremese. In teoria i due artisti rischiano una pena pecuniaria da 5 mila a 30 mila euro o la reclusione fino a 4 anni e mezzo.

Rosa Chemical e Fedez

Il codice penale

L’articolo 527 del Codice Penale spiega che «chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000. Si applica invece la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori». Siccome la tv è «frequentata da minori», l’avvocato Luca Ghelfi che ha presentato l’esposto avrà sicuramente chiesto di appurarlo. L’articolo 529 del Codice Penale invece definisce cosa sono gli atti osceni: ovvero quelli che “secondo il comune sentimento offendono il pudore”. E qui il pubblico ministero prima e il giudice poi dovranno decidere se quelli mimati da Fedez e Rosa Chemical lo offendono o no. Da questa decisione dipenderà la possibilità di procedere o meno.

“Un atto di una gravità inaudita”

Secondo i promotori dell’iniziativa «si tratta di un comportamento di una gravità inaudita, che ha portato a un’ondata di indignazione generale per la vergogna, il disagio e la repulsione provocata dalla volgarità di un comportamento che riguarda la sfera sessuale». Nella petizione Pro Vita mette nel mirino anche il conduttore Amadeus che nelle cinque serate ha affermato che bisogna “spiegare ai bambini che esiste un uomo che ama un uomo e una donna che ama una donna e che questo è normale”. E ancora: “Lo stesso Rosa Chemical ha portato sul palco messaggi sul gender, la sessualità fluida, il poliamore e la pornografia. Per non parlare della propaganda a favore dell’aborto e della legalizzazione della cannabis”.

L’esposto del Codacons su  Blanco

A buttar benzina sul fuoco anche  la procura di Imperia  che ha aperto un fascicolo di indagine su Blanco, dopo l’esposto presentato dal  Codacons per il danneggiamento del palco dell’Ariston da parte del cantante. La madre ieri ha detto di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione da parte della procura. Di norma le indagini su questo tipo di situazioni durano però almeno sei mesi. Sempre che la procura decida davvero di procedere. E non è detto che lo faccia anche chi indaga su Rosa Chemical e Fedez. A proposito di questa vicenda, nei giorni scorsi Rosa Chemical ha parlato di storia ingigantita e se l’è presa con i bigotti.

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