Papa Francesco e la solita e fastidiosa narrazione: meno bambini perché preferiti a cani e gatti

di Walter Giannò


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Ancora una volta Papa Francesco ha messo sullo stesso piano i bambini e i cani e i gatti, come se i secondi fossero d’ostacolo per la generazione dei primi.

In particolare, nel suo discorso alla delegazione di The Economy of Francesco nell’Aula Paolo VI, il Pontefiche ha affermato: “Coraggio, cari amici! Coraggio! Se sarete fedeli alla vostra vocazione, la vostra vita fiorirà, avrete storie meravigliose da raccontare ai figli e ai nipoti. Vedo che ci sono alcuni bambini lì: è bello questo, in una cultura dove si privilegia avere cagnolini o gatti e non bambini. Dobbiamo bastonare un po’ l’Italia! Credetemi: vale la pena spendere la vita per cambiare in meglio il mondo. Avanti! Sono con voi, vi accompagno e vi benedico. E anche voi, per favore, pregate per me”.

Si tratta della solita e stucchevole narrazione del Pontefice che contraddice il nome scelto dopo la sua elezione nel 2013, cioè Francesco D’Assisi, il santo patrono degli animali, noto per la sua dedizione alla protezione del Creato.

I motivi per cui si fanno sempre meno figli in Italia (e non solo) non riguardano la scelta tra un bambino e un animale ma investono molti ambiti, in primis l’economia.

Le coppie di oggi hanno un reddito medio inferiore non adeguato al costo della vita, maggiori spese, contratti di lavoro spesso precari e tempistiche di vita differenti.

Insomma, la bassa natalità non è certo colpa di un cane e di un gatto che, comunque, per chi ci crede, fanno parte delle creature di Dio.

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