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In Inghilterra e Galles sale a 18 anni l’età minima per potersi sposare

In Inghilterra e Galles una nuova legge ha stabilito che, per sposarsi, è necessario aver compiuto i 18 anni. Il provvedimento è entrato in vigore il 27 febbraio, dopo l’approvazione dello scorso anno da parte del Parlamento britannico.

Età legale per il matrimonio a 18 anni

Sale da 16 a 18 anni l’età minima per potersi sposare in Inghilterra e Galles: un provvedimento proposto dal governo Tory che, tuttavia, ha trovato ampio consenso bipartisan, allargato al Labour e altre forze d’opposizione. Un momento sicuramente importante, accolto con favore dalle autorità e dalle associazioni della società civile, da tempo impegnata contro matrimoni forzati o combinati in giovane età.

La legge vieta, al di sotto della maggiore età di entrambi i contraenti, non solo i matrimoni, quanto le unioni civili o qualsiasi tipo di cerimonia nuziale religiosa tradizionale – anche se priva di valore legale. Non è più possibile, dunque, unirsi tra i 16 e i 18 anni, anche se c’è un’autorizzazione da parte dei genitori.

Cosa cambia con la nuova legge

In Inghilterra e Galles, da ora in poi, saranno validi solo i matrimoni tra maggiorenni. Sarà illegale organizzare matrimoni tra bambini in qualsiasi circostanza, con pene fino a 7 anni di carcere. Queste modifiche però, spiega la BBC, non si applicano in Scozia e Irlanda del Nord, dove l’età minima per il matrimonio rimane di 16 anni. In Irlanda del Nord ci vuole comunque il consenso dei genitori per i minori di 18 anni, ma in Scozia no.

La legge appena adottata ha valore anche per chi si sposa o si è sposato all’estero, atto da ora considerato nullo e illegittimo. Si tratta di un provvedimento che intende tutelare i diritti umani, in particolare prendendosi cura dei giovani costretti a matrimoni forzati o combinati. Il fenomeno è in crescita, in particolare in alcune comunità originarie di Paesi asiatici o africani, in espansione demografica fra i cittadini “new british“, discendenti di immigrati.

E in Italia?

Al momento in Italia non sono validi i matrimoni tra minori, ma si può chiedere un’autorizzazione al tribunale, per sposarsi a partire dai 16 anni. Nel 2019, il Codice Rosso ha introdotto il reato che punisce con il carcere duro, cioè da 1 a 5 anni, chiunque costringa qualcuno a contrarre matrimonio o unione civile, con violenza o minaccia.

Nonostante questo, purtroppo, i dati del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, dal 2019 al 2021, hanno rilevato 35 casi di matrimoni forzati nel nostro Paese. L’85% delle vittime sono donne, di cui un terzo minorenni e prevalentemente di origini straniere.