Giulia Cecchettin, per l’Espresso la sorella Elena è la persona dell’ anno: il motivo

di Manuela Zanni


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Elena Cecchettin è la persona dell’anno in copertina sull’Espresso. Il motivo della scelta è spiegato dal giornale in un lungo editoriale anche se nell’opinione pubblica questa decisione sta incontrando parecchi pareri sfavorevoli. Scopriamo, di seguito, il perché della scelta.

L’Espresso sceglie Elena Cecchettin come persona dell’anno

Elena Cecchettin è la persona dell’anno secondo l‘Espresso. La giovane sorella di Giulia Cicchettin, tristemente nota per il tragico epilogo della sua vita per le mani dell’ex fidanzato Filippo Turetta, è stata scelta come figura che ha caratterizzato il 2023 perché è riuscita a trasformare il dolore privato della perdita della sorella in “assunzione di responsabilità collettiva”.

La denuncia di Elena: il patriarcato

La famiglia Cecchettin, incarnata nella copertina da Elena, è riuscita a dare un nome chiaro al fenomeno dietro il femminicidio di Giulia: il patriarcato. È questo il sunto della motivazione dietro la scelta del volto e del bagaglio di Elena Cecchettin come persona dell’anno per l’Espresso. Le parole di Enrico Bellavia raccontano i retroscena della decisione.

La motivazione dell’Espresso

Secondo l’Espresso è la sorella di Giulia Cecchettin la persona che ha caratterizzato il 2023. Per molti e molte (soprattutto queste ultime) i giorni tra la scomparsa e il ritrovamento del corpo di Giulia e gli accadimenti successivi, tra polemiche con i politici (come il consigliere Valdegamberi, che continua ad attaccare Elena Cecchettin) e le promesse di risoluzione al problema, rappresentano la caduta del velo di Maya dietro al fenomeno del femminicidio.

Elena Cecchettin è la voce rappresentativa del 2023

L’Espresso ha, quindi, scelto Elena Cecchettin, sorella di Giulia, come persona dell’anno. Sono state le sue parole sul patriarcato (che secondo Cacciari non esiste più da 200 anni), l’elemento nascosto dietro la cultura dello stupro e alle oltre 100 vittime di femminicidio (l’ennesima vittima è Vanessa Ballan), a innalzarla a voce rappresentativa del 2023.

L’importanza dell’assunzione della responsabilità collettiva

Per l’Espresso è evidente la necessità di rappresentare un simbolo, una per l’intera famiglia colpita dalla tragica morte di Giulia Cecchettin. Perché sia Elena che il padre Gino si sono fatti carico non solo del lutto, ma anche della lotta contro la violenza sulle donne e la matrice di questo (per esempio aprendo un’associazione a nome di Giulia).

Le parole di Enrico Bellavia, portavoce del giornale, motivano la decisione: “Perché le sue parole sul patriarcato e la cultura dello stupro di fronte a centodieci vittime di femminicidio sono una lucida diagnosi”. Così, Elena Cecchettin ce lo ha detto “nel momento in cui ha impresso al proprio dolore lo stigma di una responsabilità collettiva, nel teatrino della rappresentanza è diventata immediatamente divisiva”, si legge su l’Espresso.

Le copertine dell’Espresso

Nel corso degli anni l’Espresso ha scelto volti sempre diversi, anche collettivi, come persona o persone dell’anno. La scelta è sempre oculata e politica, con un chiaro messaggio culturale o di forte critica al sistema. Nel 2013 fu il muratore di Lampedusa, nel 2014 Raffaele Cantone, nel 2015 Valeria Solesin, ancora nel 2016 Emma Bonino e nel 2017 tutti i bambini i ragazzi dello Ius soli negato. Nel 2018 la meglio gioventù, nel 2019 Liliana Segre e Olga Misik. Nel 2020 la Morte e la Vita, mentre nel 2021 i bambini che resistono. Nel 2022 Lorenzo Parelli, lo studente morto sul posto di lavoro e ora Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, una vittima di femminicidio.

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