Il sogno di Elettra Lamborghini: “Voglio adottare un bimbo di Gaza”

di Redazione


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La nota cantante Elettra Lamborghini non si arrende e rilancia la sua campagna per adottare un bambino bisognoso da Gaza. Attraverso alcune stories sul suo profilo Instagram, seguito da oltre 7 milioni di follower, la Lamborghini ha ribadito con fermezza che non getterà la spugna sul tema dell’adozione di minori in difficoltà nella Striscia di Gaza, territorio martoriato da anni di conflitto tra Israele e Hamas.

Elettra Lamborghini rilancia la campagna per adottare un bambino da Gaza

“Le vostre numerose testimonianze dei giorni scorsi mi hanno dato una voglia incredibile di andare a fondo su questa questione. Non finisce qui, ragazzi” ha affermato la cantante. Elettra ha spiegato di avere in mente un’idea ben precisa, di cui però al momento non può ancora rivelare i dettagli. L’obiettivo è quello di riuscire a portare via dall’area di Gaza i bambini che vivono in condizioni di estremo disagio, privati dei servizi essenziali e vittime innocenti del conflitto armato che da decenni devasta quelle terre.

La cantante commossa dalle numerose testimonianze ricevute

Elettra Lamborghini ha raccontato di essere stata particolarmente toccata dalla testimonianza di un ragazzo adottato, che le ha scritto “Spero di poter restituire tutta la gratitudine verso l’amore che i miei genitori mi hanno dato”. Parole che hanno commosso la cantante, da sempre sensibile alle tematiche sociali oltre che attenta al mondo della beneficienza.

Gaza, una situazione drammatica soprattutto per i più piccoli

L’appello lanciato sui social aveva già acceso i riflettori sulla difficile situazione di Gaza, dove la guerra continua a mietere vittime innocenti soprattutto tra i bambini. Secondo l’UNICEF, sono oltre 250 i minori rimasti uccisi durante gli scontri dello scorso maggio tra Israele e Hamas. Circa un milione di bambini rischia inoltre di rimanere senza acqua potabile a causa dei bombardamenti che hanno danneggiato le infrastrutture idriche nella Striscia.

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