Fiabe e favole classiche per bambini piccoli: le più belle di tutti i tempi

di francesca


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Tutte le fiabe hanno un a storia antichissima, trasmessa oralmente per secoli, Donnaclick ha scelto per voi sei fiabe senza tempo,nelle loro versioni più famose, da leggere ai più piccini prima di dormire e, perché no, tornare bambine anche noi! Con il Natale che si avvicina a grandi passi, questi libri potrebbero essere un regalo perfetto.

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La bella addormentata nel bosco, Charles Perrault, 1684 circa
Il Re e la Regina di un felice regno ricevono finalmente il dono più gradito, la nascita di una bambina. Per festeggiare, invitano tutte le fate del loro regno, che donano alla bambina bellezza, talento musicale, rettitudine morale. I sovrani però non avevano fatto i conti con una fata malvagia che, non essendo stata invitata, si vendica lanciando una terribile maledizione sulla bambina: al compiere del quindicesimo anno di età, la ragazza si pungerà con un arcolaio e morirà. Una fata buona, pur non potendo spezzare l’incantesimo, lo mitiga tramutando la morte in 100 anni di sonno profondo, dal quale potrà risvegliarsi con il bacio di un principe. Il padre fece bandire gli arcolai dal suo regno per evitare alla malia di avverarsi ma proprio nel giorno del suo quindicesimo compleanno la ragazza incontrò un’ anziana donna che tesseva e si punse con il fuso. La fata buona, allora, fece sprofondare nello stesso sonno della principessa tutto il castello, in attesa del principe. Egli arriverà e, magicamente, tutti i rovi impenetrabili cresciuti in quel secolo di sonno e silenzio, si apriranno a lui per permettergli di svegliare la ragazza e il castello intero. Perrault non diede un nome alla protagonista della fiaba, indicandola solo come “la principessa”; nelle altre versioni, da quella dei fratelli Grimm a quella animata della Disney, la principessa prende il nome di Rosaspina per i fratelli tedeschi e Aurora per il disegnatore americano. Perrault però diede quest’ultimo nome alla figlia della principessa; in un’altra versione il nome è addirittura Talia, come la musa mitologica. Perrault scrisse versioni anche di “Cappuccetto rosso”, “Il gatto con gli stivali”, “Cenerentola”.

“Biancaneve e i sette nani”, Jacob e Wilhelm Grimm, 1812
Biancaneve è la bellissima figlia di un re ed ha una matrigna gelosissima della sua avvenenza. La regina, stanca della risposta insolente del suo specchio magico (“Tu mia regina sei sempre bellissima, ma Biancaneve è più bella di te!”) ordina ad un cacciatore di portare la ragazza nella foresta ed ucciderla. Per provare l’omicidio, l’uomo dovrà portarle il cuore di Biancaneve. Il cacciatore tenta di eseguire l’ordine ma, impietosito dalle suppliche della giovane, la lascia andare, uccide un cerbiatto e ne consegna il cuore alla matrigna, che lo mangia. Biancaneve intanto fugge nella foresta finché, finalmente, scorge una piccola abitazione. La ragazza entra nella casa vuota, mangia piccole porzioni dei sette piatti pronti sulla tavola, e si addormenta in un dei sette letti disponibili. La casa apparteneva a sette nani minatori, che rimasero molto stupiti nel trovare una bellissima ragazza in uno dei letti. Biancaneve spiegò come fosse finita lì e loro decisero di ospitarla. La regina però, riuscì a scoprire tramite il suo specchio magico che la ragazza era ancora viva. Per due volte cercò di ucciderla, ma senza successo, grazie all’intervento dei nani. Il suo intento sembrò compiersi quando, fingendosi fruttivendola, la regina riuscì a far mordere una mela avvelenata a Biancaneve. Questa volta i nani non poterono far altro che disperarsi e porre la giovane in una bara di cristallo, ed esporla sulla cima di un monte. Il corpo della ragazza restava roseo e sano, come se dormisse, tanto che un giorno passò di lì un principe che s’innamorò di lei. Chiese ai nani di poter prendere il feretro e, dopo molte insistenze, riuscì a convincerli. I servi del principe presero la bara di cristallo sulle loro spalle ma uno di loro inciampò, provocando uno scossone che permise al boccone avvelenato di uscire dalla bocca di Biancaneve. La ragazza si svegliò e tornò viva, il principe la chiese in moglie e Biancaneve accettò. Alle nozze venne invitata anche la matrigna che, interrogando lo specchio, si sentì rispondere “Regina, la più bella qui sei tu; ma la sposa lo è molto di più”. Presa dall’ira e dall’invidia la regina cattiva si recò alle nozze e restò senza fiato quando riconobbe la sua figliastra. Come punizione per la sua enorme perfidia, la matrigna fu costretta ad indossare scarpe di ferro roventi; nel tentativo di trovare sollievo ballò tanto da morire di fatica. Immortali rivisitazioni dei fratelli Grimm restano anche: “Cappuccetto rosso”, “Hansel e Gretel”, “Raperonzolo” e “Cenerentola”.

La Sirenetta, Hans Christian Andersen, 1836
La Sirenetta è figlia del Re del Mare e vive negli abissi con lui, la nonna e cinque sorelle maggiori. A 15 anni le viene concesso di arrivare in superficie e guardare il mondo che si svolge sulla terra ferma. Mentre osserva la vita degli uomini, scorge una nave e si innamora del comandante, un giovane principe. La nave però è travolta da una terribile tempesta e la Sirenetta riesce a salvare il principe. Egli però è privo di conoscenza e quindi non può vederla. Sempre più innamorata, si reca dalla Strega del Mare per avere la possibilità di incontrare il principe. La Strega le consegna una pozione che le farà crescere le gambe, ma in cambio la Sirenetta dona la sua voce; inoltre, camminare sarà per lei molto doloroso, ma convinta dall’amore che prova, sopporta le sofferenze inflitte dalla Strega. Il patto con la Strega ha altri risvolti crudeli: se il principe dovesse innamorarsi di lei, allora la Sirenetta otterrà un’anima e potrà sposare il giovane; ma se egli dovesse amare un’altra, allora la Sirenetta morirebbe di crepacuore e si dissolverebbe come schiuma marina. Il principe è inizialmente attratto dalla bellissima Sirena diventata donna, ma poiché ella non può parlare, i sentimenti del principe non mutano fino a diventare amore. Il principe dunque si reca nel regno vicino in cerca di moglie; gli viene data la notizia che a salvarlo dal naufragio fu proprio la figlia di quel re che lo ospitava. Il principe allora, mosso da gratitudine, decide di sposarla. Il destino della Sirenetta sembra ormai compiuto ma le sue sorelle riescono ad ottenere un pugnale magico dalla Strega del Mare: se la Sirenetta ucciderà il principe il suo destino muterà e lei potrà tornare negli abissi. Lei però si rifiuta e, tuffatasi in mare, si dissolve. La sua bontà però verrà premiata: la Sirenetta diventerà una figlia dell’aria, invisibile, e dopo 300 anni di buone azioni potrà ottenere un’anima e volare in paradiso. Andersen fu un instancabile autore di fiabe, ormai diventate pietre miliari del genere; ricordiamone altre: “Il brutto anatroccolo”, “La piccola fiammiferaia”, “La principessa sul pisello”, “Il soldatino di stagno”, “I vestiti nuovi dell’imperatore”.

“Le avventure di Pinocchio”, Carlo Collodi, 1881
Le avventure del burattino più famoso del mondo si svolgono per ben 36 capitoli, ambientate nella parte nord della città di Firenze tra il 1824 e il 1859. Pinocchio nasce da un pezzo di legno parlante ad opera di Mastro Geppetto, un falegname di buon cuore. Pinocchio inizia subito a mostrarsi indisciplinato, poco incline allo studio e dedito alle monellerie, ma finisce per farsi abbindolare da personaggi più furbi di lui, come il gatto e la Volpe. Ad aiutarlo c’è un Grillo parlante e una Bella Bambina dai Capelli Turchini, che in realtà è una Fata. Nell’arco di tutto il romanzo Pinocchio vivrà molteplici avventure, incontrerà personaggi poco raccomandabili, come Lucignolo e Mangiafuoco, ma alla fine se la caverà sempre e diventerà un bambino in carne ed ossa. Molte delle citazioni presenti nel romanzo sono entrate nella nostra cultura e nel parlare quotidiano, come “il naso che si allunga” se si raccontano bugie, riferirci a personaggi negativi chiamandoli “il Gatto e la Volpe”, “il paese dei Balocchi” quando ci troviamo in un posto da sogno oppure dare a qualcuno del “Grillo parlante” quando ci vengono dati consigli che spesso riteniamo seccanti. Un classico italiano conosciuto in tutto il mondo, tanto che perfino il burbero Tolstoj si cimentò in una sua versione riveduta!

“Peter Pan”, James Matthew Barrie, 1902
Peter Pan è il “bambino mai nato” che si rifiuta di crescere, vive sull’Isola che non c’è assieme a fate, pirati, indiani e sirene. E’ a capo della banda dei “Bimbi sperduti” e raramente viene e in contatto con bambini reali. Peter si ritrova a Londra alla disperata ricerca della propria ombra, fuggita chissà dove. Nella città inglese incontra Wendy e le chiede di seguirlo sull’Isola che non c’è, per occuparsi dei bambini della banda. La ragazzina accetta, suscitando la gelosia di Trilly, l’inseparabile fatina di Peter Pan. Sull’Isola, tutta la banda dovrà vedersela con il perfido Capitan Uncino e i suoi pirati, e vivranno tante emozionanti avventure. Wendy e i suoi fratellini però inizieranno a sentire nostalgia della loro casa e dei genitori. Chiedono così a Peter di accompagnarli a casa, rinunciando alla possibilità di restare fanciulli per sempre.

“Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, Lewis Carroll, 1865
I 12 capitoli di questo romanzo sono notissimi a tutti. Alice, seguendo il Bianconiglio, si ritrova in un mondo fatato nel quale vivrà molte avventure e qualche disavventura. Alice diventerà minuscola ed enorme, incontrerà il Bruco Blu, fumatore di narghilè, il gatto del Cheshire, la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto. Per non parlare della Regina e del suo esercito di carte da gioco! Alice ci guida attraverso il suo sogno, un mondo d’inconscio che mette in discussione la logica e la razionalità che guidano il mondo, il senso del tempo, il correre dietro faccende a volte trascurabili, combatte per non essere “il mucchio” ma per affermare la sua preziosa individualità e il giusto peso delle cose. Al suo risveglio tra le braccia della sorella, ci resta una bimba di 10 anni che corre a prendere il thè e la voglia di dare un ritmo diverso alle nostre realtà.

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