Bebe Vio: “Infezione da stafilococco aureo. Basta amputazioni!”

di Alice Marchese


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Bebe Vio campionessa indiscussa nel fioretto olimpico ha condiviso momenti di estrema fragilità che ha dovuto attraversare. Due medaglie al collo per la campionessa veneta. Ma nonostante il traguardo raggiunto, l’atleta paralimpica ha rischiato la vita e ha trascorso mesi durissimi in cui non sapeva se avrebbe gareggiato.

Bebe Vio: “Per me un miracolo arrivare a Tokyo”

Sul suo profilo Instagram ha voluto ricordare quei momenti difficili e soprattutto chi le è stato accanto, permettendole di trionfare.
“Se qualche settimana fa mi avessero detto ‘A Tokyo vincerai due medaglie’ mi sarei messa a ridere. Per quanto ero messa male consideravo già un miracolo arrivarci a Tokyo. Ma volevo arrivarci. E poi avevo anche avuto l’onore di essere nominata porta bandiera per la nostra Nazionale. Allora dovevo arrivarci a tutti i costi”.

“Venivo da un anno di alti e bassi”

“Venivo da un anno di alti e bassi. Il grave infortunio al gomito a settembre dell’anno scorso, dolorosissimo. I lunghi mesi di riabilitazione. Finalmente stavo meglio. Poi ad inizio anno il crollo: Infezione da stafilococco aureo. Un altro maledetto batterio, dopo il meningococco di tanti anni fa. Ero messa proprio male e quando mi hanno detto ‘se l’infezione è arrivata all’osso dobbiamo amputare l’arto’ mi è crollato il mondo addosso. Basta amputazioni! Non mi è rimasto più molto da tagliare”.

L’atleta è stata operata

Bebe è stata operata, l’infezione debellata. Quando è uscita dall’ospedale mancavano 119 giorni all’importante appuntamento sportivo. ”‘Non ce la farete mai’ ci hanno detto. ‘Ci vogliamo provare?’ ci siamo chiesti. Passione, coesione, lavoro, fatica. Così in pochi mesi siamo riusciti a conquistarci un oro e un argento. Cos’è l’impossibile? Mi hanno salvata le persone. Ed è a loro che devo queste vittorie”. Lo riporta l’Huff Post.

Sebbene il periodo sia stato arduo e complicatissimo, a sostenerla la sua famiglia e tutte le persone a lei care. “La mia forza. Il mio tutto. Ogni volta un casino diverso, ma ne usciamo sempre più forti. Senza di voi non ce l’avrei mai fatta. Ora sono felice. Stanca, ma soddisfatta e felicissima…..quanto n’è valsa la pena!”.

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