Eternals, la recensione del nuovo film Marvel di Chloé Zhao

di Manuela Zanni


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Eternals,  l’attesissimo film diretto da Chloé Zhao, è  arrivato  nelle sale italiane lo scorso 3 novembre 2021. La storia vede protagonista un inedito gruppo di eroi di Marvel Comics. Gli Eterni sono personaggi creati dal celebre fumettista Jack Kirby nel 1976 che hanno il difficile compito di proteggere tutti gli esseri viventi terrestri, umani e non.

La trama di Eternals

I supereroi immortali, più simili a divinità, sono nati per volere di Arishem il Giudice, il capo dei Celestiali. Il loro compito è quello di proteggere gli umani – e tutte le forme di vita presenti sulla Terra – dai Devianti. In origine questi ultimi avevano come scopo primario quello di uccidere tutti i super predatori in quanto non permettevano la piena evoluzione degli specie umana.

Dopo aver sconfitto i Devianti, gli Eterni – personaggi modificati geneticamente dai Celestiali – si sono nascosti tra le persone comuni, vivendo una nuova vita all’insegna della “normalità”. Gli eventi accaduti in Avergers: Endgame però, hanno riportato in vita i Devianti. Sarà compito di  Sersi, Sprite, Ikaris e tutti gli altri Eterni quello di  riunirsi e fare il possibile per risolvere la situazione che non risparmierà loro dolori emotivi e fisici, tradimenti, prove d’amore e crude verità sulle sorti del pianeta Terra. Perché niente è come sembra, e ci sono segreti che in un modo o nell’altro vengono a galla e devono essere affrontati prima di ogni altra cosa, anche dei nemici.

I protagonisti di Eternals

Protagonisti de Gli Eterni sono Ayak (Salma Hayek), leader spirituale e colei che li ha guidati una volta arrivati sulla Terra; Ikaris (Richard Madden), il più potente tra gli eroi e leader “tattico” del gruppo; Sersi (Gemma Chan) è la più empatica di tutti, Sprite (Lia McHug) ha l’aspetto di una adolescente, una condizione che pesa sulla sua vita in quanto non potrà mai crescere. Gli Eterni infatti non mutano nel tempo; Thena (Angelina Jolie) è la Dea della Guerra in grado di creare ogni tipo di arma. Nel film la vediamo alle prese con qualcosa che la attanaglia dentro e da cui non riesce a liberarsi dal suo arrivo sulla Terra; Gilgamesh (Don Lee) è uno dei personaggi che più fa proprio i concetti di amicizia e di lealtà, tanto da assumersi responsabilità di grande portata; Makkari (Lauren Ridloff) è il primo supereroe sordo dei Marvel Studios e viaggia a una velocità supersonica; una velocità che sarà fondamentale nel corso della storia; quest’ultima ha un rapporto di fiducia con Druig (Barry Keoghan), la cui capacità cosmica è quella di controllare la mente degli uomini; infine, Phastos (Bryan Tyree Henry) ha il potere dell’invenzione, mentre Kingo (Kumail Nanjiani) quello di sparare proiettili di energia cosmica dalle mani.

 

Il rapporto dei personaggi di Eternals con la realtà

Ciascuno dei personaggi affronta le situazioni che vengono a crearsi in modo differente, ed è proprio questa diversificazione a sorprendere. D’altronde la regista e sceneggiatrice delinea con precisione il loro rapporto con il mondo esterno e l’intera umanità. È evidente infatti che sia proprio la loro maniera di vedere la realtà circostante a guidarli nelle scelte e nelle reazioni. Le  emozioni giocano un ruolo importante nella narrazione al punto che gli Eterni appaiono più “umani” di quanto si possa immaginare. Il regista  riesce a mettere in luce pregi e difetti dei suoi personaggi, pur concentrandosi maggiormente sul rapporto tra Sersi e Ikaris alla cui evoluzione  è dedicata gran  parte della pellicola.  Non manca anche una scena di sesso,  motivo di  discussione,  che rappresenta  una novità assoluta per le pellicole del Marvel Cinematic Universe,  insieme all’epicità del contesto epico in cui il film è ambientato. m Anche se  Sersi è la protagonista indiscussa, ogni divinità ha il giusto spazio per mostrare la propria personalità che li rende diversi pur essendo, ciascuno, parte del tutto in cui riconoscono sé stessi: gli Eterni sono una cosa sola, nel bene e nel male.

La recensione di Eternals

Sebbene il nuovo film  di Marvel vanti  alla regia e alla scrittura il premio Oscar Chloé Zhao, agli Eternals manca il senso dell’epica, cruciale per rendere appassionante un viaggio così ambizioso fra tempo e spazio. Anche i personaggi non appaiono particolarmente  carismatici sembrando, piuttosto, delle caricature di quelli che si pensa debbano essere dei protagonisti che hanno l’ambizioso incarico di essere “eterni”. La loro normalità, a tratti anche banale, lascia, infatti, lo spettatore alquanto disorientato poiché convinto di stare guardando esseri destinati a vivere per l’eternità, trova in essi tratti fin troppo reali e normali.
La mano di Zhao, tuttavia, “prende corpo” quando  decide di entrare nel profondo dell’anima dei suoi personaggi anche se  non tutti i  sono perfettamente centrati. Ad esempio,  Angelina Jolie,  appare algida e distaccata mostrando una  freddezza espressiva sia nelle sequenze d’azione che  in quelle  personali. Una  Dea della Guerra, tuttavia, in linea con il suo suo ruolo di eterna guerriera seppur non particolarmente carismatica. Più degne di nota, invece,  le performance di Gemma Chan (Sersi), Lauren Ridloff (Makkari), Lia McHugh e Don Lee (Gilgamesh); quest’ultimo è forse il personaggio che più si avvicina al cuore di chi guarda e a creare una forte empatia con il pubblico.

Gli Eterni  vedono  il mondo dalla prospettiva, frustrante,  di chi è impotente di fronte alle Guerre e che vorrebbe fare qualcosa ma non può fermare il corso degli eventi a causa dell’evoluzione della specie umana nel suo complesso. Questo dolore, acuto o latente che sia, causato dalla razza umana,  accomuna tutte le divinità protagoniste, avvicinandole o allontanandole dalla loro missione. E forse, nel messaggio intrinseco, è da ricercarsi il vero valore del film:  gli umani, sin dall’antichità, sono i veri fautori della loro possibile estinzione.

Se, da una parte, l’introspezione dei personaggi è il valore aggiunto della pellicola, dall’altra l’azione viene messa da parte per lasciare largo spazio alla riflessione alla psicologia dei personaggi, ciò a svantaggio degli spettatori in cerca di forti emozioni. Tuttavia la pellicola è capace di intrattenere  il  pubblico sia grazie all’ empatia  dei personaggi con lo spettatore che per la  perfetta commistione tra il pathos e l’azione.

La bellezza dei costumi e la  solennità delle musiche fanno il resto costituendo un valore aggiunto per la pellicola Marvel che, dal punto di vista dell’inclusione rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello  del  panorama marvelliano, in quanto unisce attori di diversa etnia, affronta il tema della disabilità (Makkari è non udente)  e delle  famiglie arcobaleno. Ciò basta a perdonare un canovaccio non particolarmente vivace e brillante.

Voto

Il film di Marvel merita la sufficienza piena 6,5.

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