SOS figli preadolescenti, 7 consigli utili per le mamme

di Claudia Scorza


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Quella della preadolescenza è una fase piuttosto complicata che inizia a proiettare genitori e figli in quello che sarà il momento di crescita forse più complesso: l’adolescenza. Tuttavia, anche la preadolescenza nasconde qualche ostacolo dettato dai grandi cambiamenti che vivono i bambini e dalla progressiva voglia di emancipazione che ogni ragazzino inizia a manifestare. Questo periodo interessa i bambini dai 9 ai 12 anni circa e si caratterizza per cambiamenti cognitivi, psichici, identitari, emotivi e fisici. Per i ragazzini è molto difficile capire e vivere in modo sereno questi sconvolgimenti che li fanno stare in un limbo tra infanzia e adolescenza vera e propria. Come comportarsi con un figlio preadolescente? Ecco alcuni consigli per affrontare la preadolescenza in maniera consapevole e attenta, tenendo sempre a mente alcune parole chiave fondamentali come dialogo, comprensione, empatia e riconoscimento dell’altro.
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1. Accettare i cambiamenti

Se per i figli è difficile affrontare i cambiamenti, per i genitori non è affatto semplice assistere a questo mutamento fisiologico che colpisce i nostri piccoli. Quelli che fino a ieri erano i nostri cuccioli indifesi da preservare, ora stanno diventando sempre più grandi con una loro testa pensante e con un senso di affermazione che fino a quel momento era sconosciuto. Spesso il cambiamento può essere improvviso e arrivare a spiazzarci, ma molte volte esso è più graduale e ci permette di misurarci con i nostri figli passo a passo in questo momento tanto delicato. Secondo psicologi e specialisti, durante questa fase è molto facile incorrere in un allontanamento reciproco dettato dalla nuova conoscenza dei nostri figli e dalla rivalutazione che essi fanno di noi genitori. I preadolescenti, infatti, attraversano immancabilmente un momento in cui vivono una disillusione della figura genitoriale, iniziando a vedere e conoscere i genitori per quello che sono: persone e non eroi, individui con difetti e non divinità prossime alla perfezione. Allo stesso tempo, i genitori stessi si sentono confusi e spiazzati davanti a dei figli che non sembrano essere più quei bambini piccoli bisognosi di assistenza e cure perenni. L’accettazione dei cambiamenti è quindi una delle parole chiave più importanti.
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2. Negoziazione delle regole

Scordiamoci quei momenti felici in cui il “no” è sacro e indiscutibile perché la contrattazione e la negoziazione delle regole è fondamentale nella preadolescenza. È proprio in questa fase che si comincia a percepire da parte dei figli un grande bisogno di emancipazione e senso di libertà, molto spesso accompagnato anche da una svalutazione della figura autoriale del genitore. Per tenere sotto controllo la situazione mantenendo saldi i ruoli, è bene dare delle regole ai figli, precise, condivise e coerenti, sempre comunicate e spiegate e mai date per scontate. Si inizia, così, una fase di contrattazione di quelle che sono le richieste di entrambe le parti. Essere pronti a rivedere la propria posizione sulla base dei bisogni e delle motivazione dei ragazzi è fondamentale per instaurare un buon dialogo genitore-figlio sincero e maturo che pone le basi per un rapporto sano durante l’adolescenza.
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3. Non farsi sopraffare dalle paure

I cambiamenti della preadolescenza spaventano anche noi adulti perché spesso temiamo di non essere in grado di affrontarli nel giusto modo con il terrore di sbagliare atteggiamento e compromettere il rapporto con i figli. Non c’è niente di più deleterio della paura di fallire nell’educazione dei figli, sentendoci fragili e insicuri sul concedere troppo o troppo poco. Si tratta di un momento di transizione naturale e fisiologico che tanti prima di voi hanno affrontato e che vedrà coinvolte ancora moltissime persone dopo di voi, una fase normale che deve essere vissuta nella maniera più serena possibile cercando di capire chi abbiamo davanti per aiutare i nostri figli in questo cammino totalmente nuovo che li vede protagonisti. Un passo per volta e una comunicazione costante e sincera vi permetteranno di affrontare il percorso senza paura.
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4. Incoraggiarli alla scoperta

Esiste un mondo oltre a voi e al nucleo familiare e i preadolescenti hanno ormai iniziato a capirlo con la propria testa e la grande curiosità che li anima. Provate non a reprimere e proibire ma ad incoraggiare e sostenere la scoperta di nuove esperienze all’esterno della famiglia. Sperimentarsi in situazioni sconosciute e confrontarsi con figure diverse dai genitori è per i ragazzini un modo per formare e plasmare la propria identità e il proprio pensiero critico ed è quindi fondamentale per un corretto sviluppo cognitivo ed emotivo. Dopo essersi assicurati che si tratti di esperienze non pericolose, incoraggiate i vostri figli a conoscere “il nuovo” senza paura, fortificandoli sulle loro capacità di far fronte alle novità. L’importante è che la famiglia rappresenti sempre quel porto sicuro dove potersi rifugiare e raccontare per capire meglio il mondo e le dinamiche relazionali, chiedendo aiuto se necessario senza sentirsi mai giudicati o sminuiti.

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5. Gestire il dissenso

Proprio a fronte della grande voglia di affermare la propria identità, spesso i preadolescenti cercano il conflitto con i genitori, assumendo atteggiamenti provocatori e sfidanti a cui mamma e papà non sono per nulla abituati. La difficoltà è proprio quella di capire ed imparare a gestire i conflitti con i figli in maniera tranquilla e, se necessario, sgridare senza urlare e prevaricare, senza aver paura del confronto o dello scontro. Spesso i preadolescenti si scontrano con la mamma, proprio per affermare questa voglia di indipendenza con quella figura che fino a poco tempo prima è stata fondamentale ed insostituibile fin dal momento della gravidanza. Ad ogni modo, i sani “no” dei genitori sono giusti ed importanti, ma alle volte è anche importante accettare il dissenso da parte dei figli, iniziando quel processo di negoziazione di cui abbiamo parlato prima. In questo modo il preadolescente capisce fino a dove può spingersi, prende le misure con l’autorità e afferma la sua individualità fortificando il suo carattere. È anche grazie al conflitto e al dissenso che si cresce e si affronta il cambiamento.
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6. La giusta privacy

Concedere la giusta privacy ai preadolescenti non significa disinteressarsi e abbandonarli, ma semplicemente far sentire loro che possono sentirsi liberi di provare emozioni – spesso molto contrastanti – in maniera totalmente serena senza sentirsi giudicati o sotto esame. Sappiamo quanto sia difficile riuscire a capirsi ed ascoltarsi in una fase di transizione così importante, perciò dobbiamo avere l’accortezza di lasciare ai nostri figli gli spazi e i tempi necessari per entrare in contatto con loro stessi. Avere un diario (segreto!) con cui sfogarsi e confidarsi, parlare con la propria amica del cuore e trascorrere dei momenti da soli sono modi per crescere e maturare molto utili per ogni preadolescente. Il compito dei genitori è quello di fare un passo indietro e rispettare questo bisogno di solitudine e introspezione dei propri figli.
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7. Non trascurare la coppia

Concentrarsi sui figli e sulla loro educazione è giusto e doveroso, spesso però la focalizzazione sulle problematiche dei figli distoglie l’attenzione dalla coppia, alterandone gli equilibri e mettendo a rischio l’armonia. Se state affrontando in famiglia la preadolescenza, dovrete ripensare alla coppia e al ruolo di genitori che in questa circostanza attraversano dei cambiamenti. Se siete una coppia serena ed unita sarete anche dei genitori solidali e complici, in grado di gestire i figli preadolescenti in maniera coesa e coerente dando un senso di sicurezza e tranquillità anche ai ragazzini. Per un figlio preadolescente sapere di avere il sostegno di due genitori forti e uniti, renderà il suo “distacco” più dolce e meno colpevole perché non sentirà la responsabilità di mettere i propri genitori in difficoltà rendendoli più fragili e vulnerabili. Inoltre è importante per i figli non sentirsi intrappolati in rapporti invischianti e regressivi che non permettono il loro corretto sviluppo psicologico ed emotivo. Dietro ad un figlio sereno c’è spesso una coppia genitoriale appagata e unita, in grado di gestire al meglio i ruoli di madre e moglie e di padre e marito.
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