Sicuramente il contratto di apprendistato occupa una posizione di rilievo nella Riforma Fornero.
Le principali novità riguardano la durata minima del contratto di 6 mesi e la stabilizzazione del 50% di apprendisti assunti nell’ultimo triennio mentre per il nostro settore la vera rivoluzione è la possibilità di fare apprendistato in somministrazione.
In questo caso il lavoratore, che viene assunto dall’Agenzia per il Lavoro con un contratto di somministrazione a tempo indeterminato e le aziende beneficiano dei servizi di questo istituto dall’assistenza per i piani formativi al tutoraggio.
Si sembra paradossale ma nonostante il crescente livello di disoccupazione, vi è una importante domanda di profili tecnici specializzati che interessa in modo trasversale tutti i settori produttivi.
Probabilmente rispetto a queste mansioni operative che esercitano una attrazione minore nei confronti dei lavoratori più giovani manca il ricambio generazionale e dall’altra parte la continua evoluzione tecnologica degli impianti e delle attrezzature rende velocemente obsolete le competenze tecniche degli addetti imponendo una formazione costante sulle più recenti caratteristiche dei macchinari.
Profili tecnici molto specializzati con una spiccata polivalenza e competenze su più macchinari come:
La forte spinta all’innovazione richiede professionisti molto qualificati che puntino sulla formazione e sull’aggiornamento continuo e che siano in grado di cogliere velocemente le esigenze specifiche del mercato, sia che siano liberi professionisti che lavoratori subordinati.
Le novità della riforma Fornero incidono sulle modalità di determinazione di una collaborazione di lavoro come coordinata e continuativa o meno nel senso che perché la collaborazione venga definitiva coordinata e continuativa devono esserci almeno 2 di questi 3 criteri:
L’obiettivo della Riforma, sembra quindi essere quello di smascherare le false partite iva e tutelare i liberi professionisti di fatto per cui invece è uno strumento veramente necessario.
Sicuramente negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti nelle aziende, con azioni di worklife balance e iniziative che puntano a favorire lo sviluppo e la crescita professionale delle donne. Diciamo che c è ancora molto da fare, ma riteniamo che anche in Italia si respiri un cambio di mentalità che porterà le donne a rivestire sempre di più ruoli dirigenziali e manageriali nelle imprese italiane. Noi ad esempio possiamo definirci quasi un’azienda al femminile.
In Adecco infatti il 77% dei dipendenti è donna e possiamo aggiungere che nel 2011 la percentuale di uomini e donne inserite presso le nostre aziende clienti è stata pressoché equivalente.
Stiamo portando avanti iniziative di orientamento in partnership con scuole e università per supportare chi cerca lavoro e attività di candidate caring e politiche attive perché siamo convinti che l’aggiornamento sistematico delle competenze, i percorsi di riqualificazione professionale e l’investimento formativo possa trasformare il potenziale del candidato in valore per il mercato del lavoro.
Sul sito, si possono trovare i contatti necessari, le sedi di riferimento e tutte le offerte di lavoro e le professioni emergenti di Adecco.