Finanziamenti imprenditoria regione Campania: intervista all’esperto

di francesca


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Giorgio Casaburi è un giovanissimo campano con il bernoccolo della politica, oltre che della scienza e delle biotecnologie, sue materie di studio e ricerca. Impegnato, come molti ricercatori italiani, a trattenere la fuga dei cervelli, in questa intervista ha risposto alle nostre domande sui finanziamenti regionali all’imprenditoria giovanile e femminile nella regione Campania.

I giovani o i soggetti interessati a fare impresa usufruiscono in maniera sufficiente dei fondi stanziati dalla Regione Campania o dalla Comunità europea per incentivare l’imprenditoria?

Quello che più mi rattrista, oggi, è vedere quanta disinformazione ci sia, soprattutto nei giovani. Sicuramente chi si affaccia in un percorso imprenditoriale non dovrebbe tralasciare nessuna possibilità che può potenzialmente avvantaggiarlo. Ritengo che su molti accessi ai fondi pubblici, che provengono dai più disparati enti, non vengono a volte visionati neanche i bandi, sempre colpa principale, la disinformazione. Un servizio semplice e intuitivo di informazione aiuterebbe molti potenziali imprenditori a capire quali sono le reali possibilità così da essere presenti su più opzioni aumentando notevolmente i margini di successo.

Esiste a Salerno, che lei sappia,  un buon servizio di consulenza e supporto per chi voglia mettersi in proprio?

A parte i vari consulenti privati che chiaramente non mancano mai, esiste uno sportello denominato Passwork, che fa capo alla Provincia di Salerno, rivolto prevalentemente ai giovani della fascia dai 16 ai 29 anni. Questo servizio orienta nel variegato panorama delle occasioni formative e occupazionali e costituisce un valido accompagnamento all’imprenditoria giovanile.

Conosce delle realtà giovanili, o di imprese femminili di successo che abbiano usufruito dei fondi regionali e/o nazionali e/o europei per fare impresa?

Certo, ci sono tanti amici e conoscenti che a distanza di qualche anno dal loro finanziamento di partenza, sono ancora in piena attività, nonostante il periodo sia decisamente oscuro. Pur trattandosi di piccole e medie imprese, questo non significa che relativamente a quelle possibilità e in quelle dimensioni non siano delle attività di grande successo.

Durante la sua attività politica le è capitato di avere richieste di informazione sui fondi stanziati per l’autoimpiego o per gli incentivi alla microimpresa?

Mi capitava anche prima di fare politica, perchè personalmente ritenevo di fondamentale importanza l’informazione al riguardo. Molti sono i ragazzi a cui ho consigliato, pur non essendo un assoluto esperto, il modo in cui reperire valide informazioni prima di procedere operativamente.

Quanto è forte ancora in Campania l’aspettativa di un posto di lavoro e quanto è reale la possibilità di fare impresa?

L’aspettativa è prossima allo zero, se non ha già raggiunto valori negativi. Purtroppo si vive nella ricerca continua e disperata di un lavoro che al 99% dei casi sarà un lavoro precario e senza una minima garanzia per il futuro. Tutti i settori ne sono coinvolti e il margine di successo nel trovare un lavoro è basso ovunque. Ormai si finisce il percorso formativo con la consapevolezza di dover inevitabilmente lasciare la propria terra, i propri affetti per cercare
una dimensione lavorativa altrove, di cui un buon 30% secondo gli ultimi dati è fuori dall’Italia. Per le imprese il discorso non cambia, se non in peggio. Infatti i giovani più coraggiosi stanno muovendosi fuori dal Paese per cercare di creare il lavoro che sognano e che la loro terra non gli concede.

Quali crede dovrebbero essere i tipi di aziende da attivare sul vostro territorio per migliorare la qualità della vita regionale?

Piuttosto che creare opere mastodontiche e cattedrali nel deserto, sarebbe utile creare aziende che siano interconnesse alle università, quindi con spin-off, tirocini sul campo e  collaborazioni. Quando la ricerca si unisce allo sviluppo si riflette un’immediata luce di miglioramento su tutto il territorio, e ne giova il lavoro, la cultura, la società e la nostra stessa vita.

Potrebbe dare dei suggerimenti sul tipo di servizi cui dovrebbe puntare l’imprenditoria giovanile o l’autoimpiego?

Siamo in un’epoca dove ancora le idee possono fare la differenza. Basta guardarsi intorno, grazie ad internet oggi possiamo avere e gestire una società da casa, se solo si ha un’idea vincente. Molti giovani si sono interessati al settore del webmarketing, software programming e con piccole idee sono riusciti decisamente a sbalordire. Infatti ritengo che qualsiasi servizio si voglia offrire sia indispensabile oltre che sicuramente vincente una valida controparte virtuale.

Che lei sappia, c’è disponibilità di fondi alla Regione e ci sono progetti utili cui fare riferimento?

I bandi non mancano se si cerca con cura. E’ difficile ormai riuscire ad ottenere un posto in graduatoria dato l’abbassamento dei fondi dovuti alla crisi finanziaria e alle innumerevoli condizioni richieste. Certo non è il periodo migliore per fare impresa in Campania ma la storia ci insegna che dopo una grande crisi c’è sempre un grande risveglio.

Lei è un ricercatore e ha a cuore lo sport. Ci sono servizi in questo senso che dovrebbero nascere o che sono già nati grazie ai fondi regionali nella città di Salerno?

Ha toccato un tasto dolente in quanto sia per la ricerca che per lo sport non è stato fatto nessun atto pratico, un bel niente seguito da una ridondante marea di parole e promesse. Dovevano riparare la cittadella dello sport, creare nuovi spazi ludici e nuove strutture per l’aggregazione e per la sana vita sportiva. Dovevano creare un centro all’avanguardia
sulla ricerca delle malattie metaboliche rare, ma a quanto pare, chi ci amministra ha preferito spendere i fondi colando cemento sul mare per costruire quella che a loro dire sarà la piazza più bella d’Europa.

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