Sanremo 2015: Siani chiede scusa, ma è giusto ironizzare sull’obesità infantile?

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Dopo le polemiche scoppiate a Sanremo 2015, Siani chiede scusa. Ma è giusto ironizzare sull’obesità infantile?

L’obesità infantile non è argomento da comici, o almeno, non dovrebbe esserlo!

Eppure, da qualche giorno, lo è diventato.

La “colpa” è del comico Alessando Siani che, durante la prima serata di Sanremo 2015, ha fatto una battutaccia ad un bambino “in carne”, seduto tra gli ospiti del palco dell’Ariston.

Siani ha, ovviamente, già chiesto scusa al bambino, facendosi immortalare con il il malcapitato nel suo camerino.

Ma non è certo questo il punto. Il punto non è processare Alessandro Siani.

Il punto è, piuttosto, che l’episodio ha aperto una bella ferita: essere obesi fa male. Male da vergognarsi come  ladri, a tal punto da abbassare lo sguardo per l’umiliazione. Fa male, specie se sei bambino e non sai nemmeno dissimulare lo sconforto di fronte a milioni di telespettatori.

Comici a parte dunque, la riflessione sul caso è d’uopo: è davvero così importante essere magri? Lo è davvero così tanto, persino per un bambino?

Si lo è. E lo è specialmente in un contesto sociale in cui si inneggia sempre e soltanto alla bellezza e alla magrezza.

E non è certamente una questione di salute!

Lo è (o lo è diventato) perchè la TV e i media, infondo, ci dicono come dovremmo essere e come non siamo. Ci dicono che siamo imperfetti e sbagliati.

E poi ci dicono sfacciatamente anche un’altra verità: che un bambino è sempre il più indifeso di tutti. E’ indifeso di fronte alla cattiveria degli adulti, dai quali impara ad essere, nel bene e nel male, ciò che diventerà.

Perciò, è bene che questa polemica innescata da Sanremo 2015 ci faccia riflettere sui valori che trasmettiamo ai bambini; sul fatto che se già da piccoli loro si sentono così infelici di essere un po’ in sovrappeso, di certo non saranno poi abbastanza forti da affrontare i “veri problemi” della vita. Sulla non accettazione della diversità. Sullo stigma del “non omologato”. Sul modo di trattare le differenze come handicap e gli handicap con cattiveria. Ecc. Ecc.

E’ bene riflettere sul fatto che la Tv e i media non educano. Mai. Che i genitori e gli educatori educano perché loro sono chiamati a farlo ed è su di loro che ricade la responsabilità di tale compito.

Dovremmo riflettere che “essere” è, sempre, più importante di “apparire”; che i bambini dovrebbero giocare e non diventare pedine del gioco spietato e competitivo, in cui la bellezza è un talento.

D’altra parte, chi l’ha detto che i bambini in carne sono meno belli degli altri?

Infondo non è forse come ha detto Siani? Un bambino ciocciottello vale per due, anzi per una intera squadra!

E se la vedi da questa prospettiva, la questione cambia!

Allora, in questo caso, possiamo dire che essere obesi è un problema di salute sia nei grandi sia nei piccini. Si può dire, ma con un senso del tutto nuovo, che essere grassi non è sbagliato, o brutto, o una colpa, ma è un problema alimentare che è meglio risolvere per fare una vita più sana, in cui lo sport, il gioco all’aria aperta, il cibo sano e il dialogo costruttivo siano gli ingredienti quotidiani di una vita da bambini.

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