Olio di girasole, sempre meno nei supermercati, ci sono alternative?

di Manuela Zanni


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“Tutti pazzi per l’olio di girasole” sarebbe il caso di dire parafrasando il titolo di un famoso film. Sembra, infatti, che l’olio di girasole sia  diventato pressoché introvabile nei supermercati, e, comunque, laddove si riesca a trovarlo,  il prezzo è più caro, almeno del doppio.  Il motivo, come è facilmente intuibile, è la guerra  in Ucraina che ha bloccato le forniture al nostro Paese.

L’olio di girasole scarseggia nei supermercati

Ancora un mese, poi le scorte di olio di girasole finiranno. La chiusura dei porti sul Mar Nero ha bloccato gli scambi dei due maggiori produttori di girasole, l’Ucraina e la Russia, che riforniscono l’industria europea.

Supermarket.

I consumi in Italia dell’olio di girasole

Più del 70% dell’olio di girasole usato in Italia finisce all’industria alimentare in conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili, biscotti e molti prodotti alimentari destinati alla grande distribuzione, oltre che per le fritture. Il restante olio è venduto direttamente nelle bottiglie o nei fusti. Basti pensare che l’Italia consuma mediamente ogni anno circa 770mila tonnellate di olio di girasole, di cui 550mila importato, per il 60% dall’Ucraina.

L’olio di palma sostituirà l’olio di girasole?

L’industria alimentare si sta attrezzando per sostituire l’olio di girasole, ma convertire un impianto industriale non è semplice, ci fanno notare i produttori, così come sostituire un prodotto che è pressoché insapore con un altro che ha un gusto diverso. Quindi le alternative sono poche. La principale è l’olio di palma.

 

Deroga sull’etichetta da parte del Mise

Il Mise ha consentito in via emergenziale, l’utilizzo delle vecchie etichette anche in prodotti con l’olio sostitutivo, apponendo soltanto un bollino indicante gli allergeni. Il tema è molto delicato perché se è vero che da una parte c’è la necessità di andare incontro alle esigenze delle industrie che hanno in magazzino centinaia di migliaia di etichette già stampate, dall’altra non può venir meno la tutela del consumatore. Il Mise ha quindi precisato che in questa prima fase va indicato con un’etichetta supplementare l’eventuale allergene contenuto nel sostituto dell’olio di girasole. In una seconda fase ritenuta sempre emergenziale, è però consentito di indicare solo genericamente olio di origine vegetale con l’elenco dei possibili oli contenuti.

 

Come sostituire l’olio di girasole? Ci sono alternative all’olio di palma?

 

Per ovviare a questo inconveniente, l’industria alimentare sta quindi cercando di sostituirlo, e si torna a parlare di olio di palma tanto demonizzato in passato. Ma davvero non esistono alternative ? In realtà gli oli  vegetali da semi non si equivalgono per proprietà salutistiche. Non sono interscambiabili sia per le proprietà tecnologiche che per le caratteristiche salutistiche, vediamone alcuni.

Olio di semi di lino

L’olio da semi di lino, trova sempre più spazio perché è ricco di Omega 3, acido linolenico fino al 53%, e si ottiene per estrazione a bassa temperatura per evitare la sua facile ossidazione. L’olio di lino va conservato al fresco e consumato rapidamente per evitare che si irrancidisca. È un olio venduto in confezioni piccole, da conservare in frigo e ha un sapore amaro comunque molto deciso per cui va scelto scientemente. Anche per l’olio di semi di lino si sono scelte sia varietà che condizioni di crescita per aumentare gli Omega 6 fino al 70% così da stabilizzarlo in parte all’irrancidimento.

Olio di arachidi

Arriviamo all’olio di arachidi che spesso è usato per fare delle margarine come il burro d’arachidi, e ha il vantaggio di essere dolce, da cui il cinematografico burro di arachidi, o usato come singolo condimento. È adatto per friggere ed è meno sensibile all’irrancidimento rispetto ad altri oli. Ricco di acido oleico e di vitamina E scarseggia in Omega-3 presenti in altri oli di semi. I pochi grassi saturi, massimo il 14%, lo rendono utile nella prevenzione del rischio cardiovascolare e usato con moderazione si può inserire in una dieta equilibrata accanto al pesce per i suoi Omega-3. Il bilancio tra gli Omega-6 e gli Omega-3 li rende benefici per la salute, mentre se prevalgono gli Omega 6 abbiamo uno stato preinfiammatorio da evitare nei limiti del possibile.

 

 Olio di mais

L’olio di mais è considerato un sottoprodotto della farina di mais rappresentandone solo il 5% e un olio vegetale molto diffuso e commercializzato derivante dal germe di mais. Contiene acido linoleico, acido oleico per il 42% e vitamina E per circa 3,5 grammi per etto. Purtroppo, la raffinazione post-produzione per avere un olio neutro, quasi incolore e stabile all’ossidazione tanto da poterlo usare per friggere, fa perdere queste molecole salutistiche.

Olio di soia

Nel caso della soia è quasi sempre un olio estratto con solventi e pur essendo comune in oriente non è presente sugli scaffali dei nostri supermercati con altrettanta frequenza. Ricco di grassi polinsaturi purtroppo contiene troppi Omega 6 per cui il suo abuso ci sbilancia verso situazioni infiammatorie che non sono auspicabili.

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