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Si laurea da un letto dell’ospedale, il sogno di Alessia diventato realtà

Per Alessia una corona di alloro e confetti rossi. E’ un momento importantissimo e da ricordare. Alessia ha 25 anni ed e si è laureata in Lingue all’università di Torino. E’ affetta da una rara e grave distrofia muscolare dall’età infantile. Ha conseguito la laurea dalla stanza dell’Unità Spinale del Cto dove è ricoverata.

La storia di Alessia

Più volte in pericolo di vita e dopo aver perso l’uso della parola, non si è arresa e, innamorata della vita e dello studio, dopo 15 mesi di degenza tra un reparto e un altro, ha sostenuto l’esame finale tramite iPad con la mimica e poche parole, riuscendo a laurearsi con il punteggio di 98 su 110.

Nel 2020 Alessia ha subito un trapianto di cuore dopo un grave scompenso cardiaco a causa di una cardiomiopatia dilatativa. Ha presentato diverse complicanze: insufficienza renale, sindrome di Gilbert, difficoltà a trovare un farmaco antirigetto efficace, ed è stata colpita da tromboembolia cerebrale con tetraparesi ed afasia.

Ha affrontato un anno di cardiorianimazione per poi arrivare all’Unità Spinale. Qui ha risposto subito bene alla cura con cortisone e ha intrapreso il suo percorso di riabilitazione. Ma non sono migliorati il suo umore e la sua motivazione.

Il sostegno di Alberto Angela

Così la mamma di Alessia, insieme allo staff dell’ospedale, ha contattato Alberto Angela, divulgatore scientifico, conduttore televisivo, giornalista e scrittore, che la studentessa ha sempre ammirato. Angela le ha così inviato un video nel quale la incitava a superare il momento di sconforto e le ha regalato il suo ultimo libro.

Da quel momento Alessia è rinata e ha trovato la forza per concludere il suo percorso universitario. E’ stato questo un modo per superare tutti quei limiti apparentemente insormontabili. Prima lo scoglio dell’ultimo esame e poi la tesi discussa e superata dalla sua stanza di ospedale, tra gli applausi e le congratulazioni della sua famiglia e di quella “adottiva” fatta di medici, infermieri e personale sanitario che in questi mesi si sono presi cura di lei.