Rachel Levine, scelta da Biden come sottosegretaria alla Sanità

di Alice Marchese


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Joe Biden presidente degli Stati Uniti d’America. I suoi obiettivi principali, ripetuti in campagna elettorale dal candidato democratico era istituire un governo in cui sono presenti svariate donne che avrebbero ricoperto ruoli di una rilevata importanza e quello di volersi circondare da un team di esperti che avesse rappresentato la diversità americana, e finora il presidente Biden ha tenuto fede a questa promessa, nominando il Gabinetto più diversificato di tutti i tempi.

Lui e Kamala stanno scrivendo la storia.
E in questa direzione va anche la nomina, decisa martedì, di Rachel Levine, 63 anni, a sottosegretaria alla Salute, una donna transgender che dal 2017 ha ricoperto il ruolo di ministra della Sanità in Pennsylvania e ha affrontato con grande coraggio la pandemia.

«La dottoressa Levine — ha detto il presidente — porterà la leadership e l’esperienza di cui abbiamo bisogno per superare questa pandemia, indipendentemente da origine, razza, religione, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità delle persone, e soddisfacendo le esigenze di salute pubblica del nostro Paese in questo momento cosi critico, e anche oltre». Riportato così dal Corriere della Sera.

Applaude alla decisione Mara Keisling, direttrice esecutiva del Centro nazionale per l’uguaglianza transgender: «Oggi il presidente ha chiarito che le persone transgender sono una parte importante del nostro Paese» ha detto al Washington Post.

Biden ha esposto più volte quanto la pandemia sia un fenomeno da sconfiggere, dunque sta prendendo tutte le misure volte a combatterlo. Quasi 2 trilioni di dollari sono già stati annunciati per rispondere all’emergenza e sostenere famiglie e imprese in difficoltà, a cui seguiranno investimenti in scuola e «economia verde» nonché per la creazione di un milione di posti di lavoro.

Laureata ad Harvard, pediatra dal curriculum prestigioso, Levine è la prima transgender nella storia degli Stati Uniti a ottenere un incarico dirigenziale così elevato nelle istituzioni.

Tutto ha avuto inizio nel 2015 quando fu nominata dal governatore democratico della Pennsylvania Tom Wolf Physician General, cioè il medico che dà disposizioni sanitarie nello Stato.

In questa veste ha stabilito che le forze dell’ordine portassero con sé il naloxone, un farmaco usato per chi è in overdose e che ha permesso di salvare la vita ad almeno un migliaio di tossicodipendenti. Poi nel 2017 la nomina a ministra confermata all’unanimità dal Congresso locale.

Nell’ultimo anno, durante la gestione della pandemia di Covid-19 nello Stato, è stata pesantemente insultata circa la sua transizione. Quando ha imposto l’uso della mascherina in pubblico è stata presa in giro sulla pagina Facebook di una cittadina dello Stato che si è riferito a lei come a «un uomo che porta il reggiseno».

Il commissario di una cittadina vicino a Pittsburgh ha detto che «era stanco di stare a sentire un uomo vestito da donna». «Tutta la nazione ha assistito al suo successo, nonostante gli attacchi» ha detto il deputato democratico della Pennsylvania Brian Sims, attivista Lgbt e amico di Levine da anni.

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