Il tiroidismo di Hashimoto è provocato da un processo infiammatorio di tipo autoimmune, ovvero da un’aggressione anomala del sistema immunitario per cui i linfociti aggrediscono le cellule tiroidee provocandone una progressiva distruzione dei follicoli. Pare che tra le cause fondamentali di questa malattia ci sia ovviamente una predisposizione genetica all’ipotiroidismo, la carenza di selenio, lo stress e il fumo.
All’inizio, il tiroidismo di Hashimoto non presenta sintomi particolari e, infatti, come si dice in termini tecnici, è silente. Pare viva in uno stato di latenza che si manifesta solo quando subentra l’ipotiroidismo vero e proprio: in questo caso si possono manifestare alcuni sintomi quali la stanchezza, l’aumento di peso e la difficoltà di concentrazione.
Questo tipo di disfunzione tiroidea si diagnostica con l’analisi del sangue, rintracciando nei campioni ematici la presenza degli anticorpi anti-tiroide. In quanto malattia cronica, non può essere curata efficacemente e definitivamente, ma può solo essere tenuta sotto controllo. In particolare, in caso di spiccato ipotiroidismo, si prescrive, solitamente, l’assunzione di un ormone tiroideo.
Per curare il tiroidismo di Hashimoto non esiste una cura o una terapia farmaco-alimentare risolutiva. E’ tuttavia certo che seguendo un’alimentazione corretta si ottengono ottimi risultati. Gli alimenti ricchi di iodio, come il pesce di mare e i molluschi, alimenti come l’olio di cocco, la curcuma e lo zenzero, verdura e frutta e cereali integrali sono alla base di una dieta sana contro questo disturbo. Alleato della malattia, invece, pare essere proprio lo zucchero, che va quindi assunto con molta moderazione. Decisamente sconsigliata è una dieta troppo calorica e grassa, da abolire in favore di piatti sani ed equilibrati a base di alimenti integrali.
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