Resistenza agli antibiotici, cosa fare

La resistenza batterica agli antibiotici è quel fenomeno per cui i batteri si moltiplicano anche in caso di somministrazione di antibiotici. Le cause della resistenza agli antibiotici possono essere varie e diverse. In alcuni casi viene riscontrata anche una resistenza agli antibiotici di origine naturale o di tipo acquisito.

La resistenza agli antibiotici riduce le terapie disponibili per il trattamento delle infezioni, anche severe. Purtroppo non ci sono rimedi pratici che servono a superare la resistenza all’antibiotico. E’ sempre utile e consigliato consultare il parere del medico, che può prescrivere l’antibiotico giusto contro i batteri responsabili di infezione. Essenziale è dunque la prevenzione, per un utilizzo consapevole e appropriato degli antibiotici: è necessario seguire in maniera precisa la posologia e le indicazioni del medico.

Inoltre, è inopportuno interrompere in anticipo o bruscamente la cura antibiotica, anche se ci si sente meglio e i sintomi sono diminuiti, affinché l’infezione venga del tutto eradicata. Bisognerebbe comunque evitare l’assunzione di antibiotici ad ampio spettro, specialmente in presenza di infezioni virali comuni, come influenza o raffreddore comune. L’antibiotico non va preso subito e va assunto solo su prescrizione medica e solo in caso di infezione batterica.

La scelta dell’antibiotico da prendere deve essere mirata, per tipo e sede di infezione. È molto importante, specialmente in ambito clinico, eseguire gli esami batteriologici e i relativi antibiogrammi. L’antibiogramma costituisce la valutazione in vitro della sensibilità batterica agli antibiotici. Per gli esami batteriologici, si preleva un campione di fluido corporeo dal paziente (come urine, saliva, espettorato) e si procede all’identificazione del ceppo batterico e all’individuazione dell’eventuale antibiotico sensibile al ceppo.

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