Per i bambini questi sono i primi di giorni di scuola, quelli più leggeri. Ma presto arriveranno anche i compiti a casa, che spesso purtroppo non sono ben bilanciati e, dopo varie polemiche sorte in Francia, ci si è chiesti se il lavoro a casa per i bambini sia un bene o se quel tempo andrebbe meglio dedicato ad altre attività. Per cercare di dare una risposta a questa domanda proviamo a fare il punto della situazione su tutti i pro e i contro dei compiti a casa.
I compiti a casa servono sicuramente a fissare meglio i concetti che i bambini apprendono a scuola, perché chiaramente c’è bisogno di un tempo adeguato per poter rielaborare le spiegazioni della maestra. Inoltre renderli autonomi nel lavoro scolastico con i compiti a casa contribuisce allo sviluppo del metodo di studio ma soprattutto della concentrazione, cose che in realtà non si possono imparare a scuola. I compiti a casa consentono inoltre ai piccoli di imparare a organizzare il tempo anche in relazione all’apprendimento e sono fondamentali per aiutare i bambini a mettersi alla prova, a patto però che i genitori non siano troppo solerti nell’aiutarli. I compiti andrebbero fatti da soli, senza l’aiuto di un adulto.
I compiti a casa hanno molto da insegnare ai bambini, ma a patto che siano ben bilanciati. Quando sono troppi si perdono tutti i benefici, per cui è fondamentale trovare il giusto equilibrio. Il problema dei compiti a casa è che spesso non lasciano spazio ad attività che possono essere altrettanto formative per la crescita dei bambini, come lo sport per esempio. Un altro svantaggio dei compiti a casa, specie quando sono tanti, è che i bambini tendono a chiedere aiuto ai genitori; se troppo agevolati, però, gli scolari rischiano di apprendere poco e soprattutto non riusciranno mai a sviluppare un proprio metodo di lavoro. Anche in classe, i compiti a casa possono essere causa di effetti collaterali: se sono troppi, anche la correzione richiederà più tempo e quindi ce ne sarà meno per proseguire con il programma di studio.
Dunque, in breve, compiti a casa sì, ma a patto che il carico di lavoro sia ben bilanciato e lasci allo studente la possibilità di praticare anche altre attività formative o semplicemente di passare un po’ di tempo insieme ai genitori.
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