La paura del buio è molto diffusa tra i piccoli: quando si è bimbi è quasi fisiologico temere l’assenza di luce, mentre diventa patologica negli adolescenti e negli adulti (in questo caso si parla di aclufobia, nictofobia, scotofobia o ligofobia).
Questo timore si manifesta con l’ansia quando vengono lasciati soli con la luce spenta, generalmente quando arriva il momento di addormentarsi: non va però confusa con i terrori notturni, un fenomeno del tutto diverso che provoca agitazione e può sfociare in vero e proprio terrore nel bambino tanto da farlo apparire sveglio nonostante stia dormendo.
Spesso accade che i bambini che hanno paura del buio sono completamente felici e spensierati durante il giorno e cominciano a cambiare atteggiamento (passando a essere più cupi, riflessivi e bisognosi di attenzioni) man mano che arriva la sera.
Questo problema spesso influisce negativamente su tutta la famiglia: il piccolo fa fatica a prendere sonno oppure si sveglia continuamente durante la notte per chiamare la mamma o il papà, in alcuni casi di notte si verificano crisi di pianto e spesso il bimbo vuole dormire nel lettone con i genitori.
Per alcuni bambini la paura del buio non dipende da nessuna causa specifica, però ci sono dei fattori che possono provocare un maggior senso di ansia nel bambino quando arriva la sera:
Il primo step è la comunicazione. Per il piccolo è importante sapere che siamo pronti ad ascoltarlo e siamo interessati a ciò che ha da dire; chiediamogli di parlarci delle sue paure ed ascoltiamolo con attenzione, ma non insistiamo se non ha voglia di parlarne. Spesso i bimbi preferiscono parlare delle loro paure di giorno, quando sono più rilassati e si sentono meno vulnerabili: può essere quindi un buon momento per fargli delle domande. Ma anche aiutarlo a capire cos’è la paura è un altro step fondamentale. Per poi arrivare al punto nevralgico e cioè farlo sentire al sicuro.