Volendo partire dalle basi, potremmo dire che la parità di genere, nella nostra società, è ancora “poco praticata” e accettata. Per quanto grossi passi avanti siano stati fatti nella direzione della parità di genere, in famiglia così come nelle realtà educative, pochi sono ancora gli atti concreti che conducono a vivere in una società fondata sulla parità di genere.
E, questo è bene sottolinearlo, non solo a discapito delle donne, notoriamente conosciute come sesso debole. Infatti, tra i primi modi per spiegare la parità di genere ai bambini c’è proprio quello di trasmettere che essa fa bene a tutti.
D’altra parte, il bambino non nasce con una qualche consapevolezza di chi sia inferiore o superiore a seconda del sesso: siamo noi a trasmetterglielo sin dai primi istanti di vita. Ma andiamo per gradi e vediamo come spiegare ai bambini la parità di genere.
Uno dei metodi intuitivi per spiegare la parità di genere di genere ai bambini è quello di far colorare loro le sagome dei maschietti e delle femminucce nei classici colori, celeste e rosa, che connotano il sesso.
Una volta che avranno finito, insegnategli a colorarli tutti dello stesso colore e a togliere qualsiasi connotazione di genere (gonna, pantaloni…). Dopo chiedete loro di colorare ogni sagoma con i colori desiderati e indipendentemente dal fatto che siano maschietti e femminucce. Ora potete spiegare loro che i bambini, e le persone tutte, sotto ad un aspetto esterno sono tutte uguali e, allo stesso tempo, differenti ma non per genere sessuale ma per la loro unicità e bellezza.
Potete fare il classico gioco di ruolo in cui, però, ogni bambino o bambina sarò, a turno, tanto infermiera quanto pompiere, tanto poliziotto quanto ballerina: il senso del gioco sarà quello di trasmettere in modo pratico e ludico che ognuno di noi, indipendentemente dal sesso di nascita, può diventare ciò che vuole ed è ciò che è, senza discriminazioni di sesso, razza o religione.
E se invece del Principe Azzurro ci fosse una Principessa Azzurra? E se fosse lei a salvare lui? Vivrebbero felici e contenti ugualmente?
Questo è certamente il primo posto dove si fa tutto tranne che trasmettere la parità di genere ai bambini: la casa.
Qui, infatti, le femminucce aiutano la mamma a lavare i piatti e i maschietti vanno con il papà allo stadio. Perchè non far fare entrambe le attività ad entrambi i bambini? I maschietti possono lavare i piatti con le femminucce che, a loro volta, possono andare allo stadio con i maschietti. Attenzione: la mamma e papà sono i primi che si scambiano i ruoli in casa, altrimenti sarà tutto inutile: papà può e deve fare il bucato, mentre la mamma taglia l’erba del prato. La parità di genere, d’altra parte, deve essere prima una nostra convinzione, pena l’inefficacia del nostro intervento educativo.
I maschi e le femmine sono diversi quindi non bisogna renderli uguali, non sarebbe saggio. Ma essi sono alla pari: in casa, nella società, al lavoro. Un buon modo per spiegare la parità di genere, in questo senso, è dare ai bambini sempre gli stessi strumenti, diritti e doveri. La stessa paghetta, gli stessi orari di entrata ed uscita da casa, le stesse precauzioni sessuali in adolescenza, le stesse regole di rispetto (“non è concesso” o viceversa “è concesso” a tutti di fare qualcosa, non solo perchè si è maschi o si è femmine). Frasi del tipo “sei donna, non puoi avere il motorino” sono da evitarsi categoricamente, così come “sei uomo e dovrai mantenere la famiglia”.
La parità di genere, infine, non va confusa con l’identità sessuale. Il sesso e la sessualità, infatti, sono due cose diverse. I bambini , almeno fino ad una certa età, se ne infischiano, passateci il termine, della sessualità propriamente detta. A loro interessa solo il gioco, indipendentemente dal sesso. Evitate categoricamente, pertanto, di “giocare ai fidanzatini”, a “mamma e papà”, “dottore e infermiera”. Lasciate che siano loro a decidere che cosa vogliono fare e con quali giochi giocare, se vestirsi con le gonne o con i pantaloni, con il due pezzi o con i soli slip. Infine, dite ai maschietti di trattare bene le femminucce, di proteggerle e rispettarle. Poi dite la stessa cosa alle femminucce nei confronti dei maschietti.
Cinzia Rampino