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Che cos’è la non monogamia etica e perché è diversa dal tradimento
Stampa articoloLa non monogamia etica è una modalità di vivere le relazioni affettive e sessuali che si discosta dal modello monogamico tradizionale.
A differenza dell’infedeltà, però, si fonda su un principio imprescindibile: il consenso. I partner coinvolti sanno tutto, accettano le dinamiche relazionali e si impegnano a rispettare i bisogni dell’altro, senza nascondere nulla.
Non si tratta quindi di “scappatelle” o “libertinismo”, ma di relazioni che si sviluppano in modo trasparente e condiviso.
Il concetto può sembrare difficile da accettare, specialmente in una società dove la monogamia viene vista come unica forma “valida” di amore.
Come ha spiegato la psicologa e sessuologa clinica Diana Piga al giornale Today, questa scelta nasce spesso da esigenze profonde: “Le relazioni non monogame rispondono a bisogni sessuali o emotivi che sono sempre esistiti, ma che in passato si esprimevano nel tradimento. La non monogamia etica è una risposta più consapevole, che mette al centro il rispetto reciproco”.
Poliamore, coppia aperta, anarchia relazionale: le principali forme
All’interno della non monogamia etica esistono diversi modelli relazionali. Il più conosciuto è il poliamore, ovvero l’amore per più persone contemporaneamente, con il consenso di tutti. Esistono forme gerarchiche, in cui c’è un partner principale e altri secondari, e forme non gerarchiche, dove tutti i legami hanno pari valore. Si parla di “troppia” quando i partner sono tre, o di “polecola” quando sono quattro o più.
Un’altra forma è la coppia aperta, in cui i partner scelgono di restare uniti ma si danno la possibilità di vivere esperienze sessuali con altre persone, senza coinvolgimento affettivo.
Esistono anche modalità più fluide, come il “Don’t Ask“, “Don’t Tell“, dove i partner non si raccontano le esperienze esterne.
C’è infine l’anarchia relazionale, che rifiuta ogni tipo di struttura, etichetta o gerarchia nelle relazioni: l’unico principio guida è la libertà individuale.
Ciò che accomuna tutte queste forme è l’onestà. Le regole non sono imposte da fuori, ma costruite insieme, in base ai bisogni e ai desideri di chi le vive.
Non è più facile, è solo diverso
Contrariamente a quanto si pensa, vivere una relazione non monogama etica non è più semplice. Richiede un forte impegno emotivo, capacità di dialogo e spirito critico.
Chi intraprende questo percorso deve fare i conti con la propria gelosia, con la gestione del tempo, delle dinamiche interne al gruppo e con la necessità di comunicare apertamente. “Serve coraggio, autenticità, e tanta energia – prosegue Diana Piga – perché queste relazioni non sono esenti da conflitti o insicurezze. Ma se c’è comunicazione, possono portare benessere anche alla relazione principale”.
Il problema più comune è l’incompatibilità tra partner. Se una persona monogama si innamora di qualcuno che desidera una relazione aperta o poliamorosa, può nascere un forte squilibrio. “In questi casi è importante parlare, ma anche capire se si è davvero disposti a trovare un compromesso. A volte, la scelta più sana è quella di lasciarsi per cercare relazioni più compatibili”, continua la psicologa.
Infine, è bene chiarire che la non monogamia etica non è sempre legata alla trasgressione. Alcune persone la scelgono per affermare la propria indipendenza emotiva, per vivere la sessualità in modo più autentico, o semplicemente perché si riconoscono come poliamorose. L’importante è farlo in modo consapevole, con rispetto e senza giudizio.