“Mio marito la sera esce con gli amici”, 15mila euro di multa | Introdotta la Tassa Sposa Soddisfatta, non esistono esenzioni

Donna sola guarda il letto vuoto_Donnaclick
Se uno dei coniugi sparisce ogni sera e trascura il partner, non è solo crisi: può esserci una responsabilità legale.
Negli ultimi anni, il matrimonio è stato sempre più messo alla prova da dinamiche quotidiane che, se sottovalutate, possono trasformarsi in veri motivi di crisi. Una delle lamentele più comuni riguarda il tempo che uno dei due partner – spesso il marito – trascorre lontano da casa, uscendo abitualmente con gli amici, trascurando completamente il rapporto con la moglie.
Questo tipo di comportamento, anche se inizialmente può sembrare innocuo o legato al bisogno di evasione, nel tempo può intaccare profondamente la serenità coniugale e l’intesa di coppia. Il problema non è l’uscita in sé, ma la sistematicità e il disinteresse che ne derivano. Quando il partner percepisce un rifiuto costante, sia emotivo che fisico, il legame si svuota e la convivenza diventa un terreno sterile.
Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è intervenuta sul tema, chiarendo che l’intimità sessuale non è un obbligo giuridico automatico all’interno del matrimonio. Tuttavia, se il rifiuto è prolungato, immotivato e causa squilibrio nella relazione, può diventare elemento centrale in un procedimento di separazione.
Secondo la CEDU, il consenso all’unione non può essere dato una volta per tutte al momento del matrimonio, ma deve essere costante, libero e sempre revocabile. Questo serve anche a distinguere chiaramente una relazione sana da una che sfocia in forme di abuso o costrizione.
Quando il partner ignora i bisogni dell’altro
Gli esperti parlano chiaro: l’intimità, in tutte le sue forme, è parte integrante dell’unione coniugale. Non si tratta solo di sesso, ma di condivisione, dialogo, attenzione reciproca. Secondo la Cassazione, un rifiuto prolungato a intrattenere rapporti sessuali – se non giustificato – può rappresentare una violazione dei doveri coniugali, tale da portare all’addebito della separazione. In questo contesto, il comportamento di chi trascura sistematicamente il partner preferendo uscire ogni sera con gli amici, può essere interpretato come un rifiuto indiretto dell’unione coniugale, specialmente se questo provoca disagio psicologico e frustrazione.
In casi estremi, quando uno dei due coniugi – ad esempio il marito – trascura regolarmente la vita di coppia per passare le serate fuori con gli amici, la moglie può ottenere un risarcimento economico. La cifra, che può arrivare fino a 15mila euro, viene stabilita in base alla gravità e alla durata della condotta e si fonda sul principio che un rifiuto costante della relazione affettiva e sessuale rappresenta una violazione seria dei doveri coniugali. Ovviamente non si tratta di punire le uscite saltuarie o la libertà personale, ma di riconoscere che in un matrimonio ci si deve reciprocamente cura e presenza. Se uno dei due abdica a questo ruolo, le conseguenze possono essere anche economiche.

Cosa dice la legge italiana
Il nostro ordinamento non impone un obbligo sessuale rigido, ma considera il rifiuto ingiustificato e duraturo un elemento serio per l’addebito della separazione. Secondo la Cassazione, il rifiuto persistente e ingiustificato di condividere affetto e intimità con il proprio partner, soprattutto quando provoca frustrazione, disagio e danni sul piano psicologico, costituisce una violazione grave dei doveri coniugali.
La sentenza n. 19112/2012 parla chiaro: trascurare in modo sistematico i bisogni affettivi e sessuali del partner rappresenta una lesione profonda della sua dignità, e non può essere giustificata nemmeno come reazione a tensioni coniugali. Se uno dei coniugi, per esempio, sceglie regolarmente di passare le serate fuori casa, evitando ogni forma di vicinanza emotiva e fisica, mina alla base la comunione di vita e può rendere la relazione insostenibile. La giurisprudenza, tuttavia, è netta nel distinguere: solo i comportamenti gravi, continuativi e non motivati possono avere conseguenze legali; le mancanze occasionali non bastano. Non si tratta di limitare la libertà personale, ma di riconoscere che in un matrimonio il rispetto e la presenza emotiva sono fondamentali. Chi sceglie di ignorarli, rischia di pagarne il prezzo.