Benessere

Qual è l’ora giusta per andare a dormire? La risposta della scienza

Non tutti lo sanno, ma c’è un’ora giusta per andare a dormire. Secondo gli esperti, infatti, scegliere con cura l’orario del riposo abbatte i rischi di malattie cardiovascolari.

Quando è meglio andare a dormire?

È ormai risaputo che i disturbi bel sonno influenzano in modo molto significativo la nostra salute psicofisica. Spesso i ricercatori si concentrano sulla qualità o sulla durata del tempo che dedichiamo al riposo, ma c’è anche chi è andato un po’ oltre, mettendo in evidenza una correlazione tra l’orario in cui ci addormentiamo e il rischio di malattie come infarto, ictus e attacco ischemico.

Lo studio, pubblicato sullo European Heart Journal, sottolinea che l’effetto negativo per la salute del cuore non dipenderebbe tanto dalla quantità di ore in cui si dorme, ma piuttosto dall’orario scelto per mettersi a dormire. L’ideale sarebbe tra le 22 e le 23 (ora solare) o le 23 e le 24 (ora legale primaverile-estiva).

Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno monitorato per un arco temporale di 4 anni quasi 90mila persone di età tra i 43 e i 79 anni, il 58% di sesso femminile e il 41,6% maschile. Tutti i soggetti avevano al polso un accelerometro per registrare, per 7 giorni, l’ora in cui andavano a dormire e quella in cui si svegliavano. Le misurazioni, dunque, erano oggettive.

A circa 6 anni di distanza dalla raccolta delle informazioni, i ricercatori hanno riscontrato che 3.172 persone hanno sviluppato malattie cardiovascolari. Rispetto a chi andava a letto tra le 22 e le 23, quelli che avevano l’abitudine di coricarsi dopo la mezzanotte avevano un 25% in più di possibilità di sviluppare rischi cardiaci. Anche per coloro che si coricavano prima delle ore 22 il risultato era simile (nella misura del 24%). Per chi invece si addormentava tra le 23 e la mezzanotte il rischio c’era, ma dimezzato (12%).

I ricercatori, dopo aver considerato anche gli altri fattori di rischio cardiovascolare più comuni, come fumo, alcol e così via, hanno ipotizzato che la sincronizzazione del sonno dovrebbe corrispondere all’orologio biologico.

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