Il killer di Denisa conferma il delitto di Ana Maria Andrei ma nega gli altri

di Redazione
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A Prato, il caso di Vasile Frumuzache, guardia giurata romena di 32 anni, continua a tenere banco nelle cronache italiane. Arrestato mercoledì 28 maggio, l’uomo ha confessato gli omicidi di due connazionali, Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei, entrambe escort, ma le autorità sospettano che il suo passato possa nascondere ulteriori segreti. Le indagini, condotte dalla Procura di Prato sotto la guida del procuratore Luca Tescaroli, si concentrano ora su possibili complici e su altre scomparse.

La confessione di Frumuzache

Durante l’interrogatorio di garanzia di oggi, 7 giugno, tenutosi nel carcere di Prato, Frumuzache ha confermato quanto già dichiarato ai magistrati nei giorni precedenti: è responsabile degli omicidi di Maria Denisa Paun, 30 anni, e Ana Maria Andrei, 27 anni. L’uomo ha descritto i delitti con dettagli agghiaccianti: Denisa sarebbe stata strangolata e decapitata in un residence di via Ferrucci a Prato, mentre Ana Maria sarebbe stata uccisa con numerose coltellate un anno prima, nell’agosto 2024, e il suo corpo abbandonato in un campo a Montecatini Terme. Tuttavia, ha negato con decisione qualsiasi coinvolgimento in altri omicidi, come riferito dal suo avvocato, Diego Capano: “A domanda degli inquirenti, che non gli hanno contestato altri reati, ha poi negato di essere coinvolto in altri omicidi”. L’udienza, iniziata alle 9:30 e conclusa poco prima delle 11:00, ha visto il giudice riservarsi la decisione sulla custodia cautelare richiesta dalla procura.

Un’aggressione in carcere

La vicenda ha preso una piega ancora più drammatica il 6 giugno, quando Frumuzache è stato aggredito nel carcere La Dogaia di Prato. Un detenuto, identificato come il cugino di Ana Maria Andrei, gli ha lanciato olio bollente in viso, causandogli ustioni di primo e secondo grado. L’attacco, avvenuto in una sezione di detenuti comuni nonostante le indicazioni della procura di tenere Frumuzache in isolamento, ha spinto il procuratore Tescaroli a definire l’episodio “di particolare gravità”, sottolineando che “anche una persona imputata di crimini gravissimi ha diritto alla tutela fisica”. La procura ha aperto un procedimento penale per chiarire le circostanze dell’aggressione, che ha richiesto il trasferimento di Frumuzache al pronto soccorso dell’ospedale di Prato. Attualmente, l’uomo è recluso in isolamento e, secondo il suo legale, appare “molto provato fisicamente e psicologicamente”.

Indagini su possibili altre vittime

Nonostante le confessioni di Frumuzache, la Procura di Prato non considera chiuso il caso. Gli inquirenti sospettano che l’uomo, descritto come una persona dalla doppia personalità – padre di famiglia irreprensibile e lavoratore impeccabile da un lato, presunto assassino spietato dall’altro – possa essere coinvolto in ulteriori crimini. Nuovi indizi emersi durante una perquisizione nella sua abitazione a Monsummano Terme, tra cui quattro telefoni cellulari e altri elementi non specificati, alimentano l’ipotesi che le vittime possano essere più di due. La procura ha disposto l’analisi di sette anni di traffico telefonico di Frumuzache, con l’obiettivo di ricostruire la sua rete di contatti e verificare eventuali collegamenti con altre donne scomparse, non solo in Toscana ma anche in Sicilia, dove l’uomo ha vissuto in passato. Le indagini si estendono a Trapani, dove Frumuzache lavorava come contadino prima di trasferirsi a Vinci e poi a Monsummano Terme.

L’ipotesi di complici

Un altro aspetto che tiene alta l’attenzione degli investigatori è la possibilità che Frumuzache non abbia agito da solo. La sua confessione riguardo l’omicidio di Denisa Paun presenta incongruenze: l’uomo sostiene di averla strangolata e decapitata nel residence di Prato senza lasciare tracce di sangue, una versione che gli inquirenti ritengono poco credibile. “Se non è andata così, e invece la decapitazione è avvenuta altrove, Frumuzache potrebbe voler coprire altre persone”, si legge in un articolo de Il Tirreno. La procura sta analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza del residence e quelle pubbliche del Comune di Prato per verificare i tragitti e gli orari riferiti dall’accusato. L’ipotesi di complici è rafforzata anche dal ritrovamento del corpo di Denisa, nascosto in una valigia e abbandonato vicino a un casolare a Montecatini Terme, accanto a quello di Ana Maria Andrei.

L’autopsia e il dolore delle famiglie

Oggi, 7 giugno, è in programma l’autopsia sul corpo di Maria Denisa Paun, affidata alla Medicina Legale di Prato. La madre della vittima, arrivata dalla Romania, si prepara al doloroso compito di riconoscere i resti della figlia. La famiglia, sconvolta, non crede alla versione di Frumuzache, che ha giustificato l’omicidio di Denisa sostenendo che la donna lo ricattava, minacciando di rivelare alla moglie un tradimento in cambio di 10.000 euro. Un’amica di Denisa ha smentito questa ricostruzione, affermando che la giovane “non ha mai ricattato per denaro” Frumuzache. Anche la madre di Denisa, Maria Cristina, ha espresso il suo strazio: “L’avrei potuta salvare se fossi stata lì”, ha confidato a un’amica. La famiglia ha lanciato un appello affinché chiunque abbia informazioni su altre scomparse si faccia avanti.

Maria Denisa Paun
Maria Denisa Paun

Un profilo inquietante

Vasile Frumuzache, fino al momento dell’arresto, era considerato una persona insospettabile. Sposato, padre di due figli di 4 e 5 anni, lavorava come guardia giurata al centro commerciale Il Globo di Monsummano Terme. Colleghi e conoscenti lo descrivono come “impeccabile” e “senza problemi”. La moglie, sotto choc, lo ha definito “un bravo papà”. Eppure, il suo passato solleva interrogativi: Frumuzache, originario di Nehoiu, in Romania, si era trasferito in Italia a 14 anni, vivendo prima in Sicilia e poi in Toscana. La sua doppia vita emerge ora con forza, mentre gli inquirenti cercano di ricostruire il suo modus operandi. Secondo gli esperti, Frumuzache presenta caratteristiche tipiche di un serial killer: omicidi compulsivi, vittime con tratti comuni (entrambe escort romene), intervalli temporali tra i delitti e un apparente periodo di “raffreddamento emotivo”.

Le indagini proseguono

La Procura di Prato, in collaborazione con quella di Pistoia, sta ampliando il raggio delle indagini. Oltre all’analisi dei tabulati telefonici, gli inquirenti hanno richiesto alle prefetture di Toscana e Sicilia le liste di tutte le donne scomparse negli ultimi anni. Un elemento inquietante è emerso da una frase attribuita a Frumuzache in carcere: “Ce ne sono anche delle altre”. Sebbene pronunciata in tono provocatorio, secondo altri detenuti, questa dichiarazione ha spinto le autorità a intensificare le ricerche. I quattro coltelli trovati accanto al corpo carbonizzato di Denisa e l’attivazione del cellulare di Ana Maria Andrei la notte del 15 maggio scorso, quando avvenne l’omicidio di Denisa, sono ulteriori dettagli al vaglio

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