Sindrome della Ragazza Fortunata, cos’è e quali sono i pericoli della positività tossica?

di Redazione


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La Sindrome della Ragazza Fortunata (Lucky Girl Syndrome) nasce alla fine del 2022. L’ha introdotta la tiktoker Laura Galebe, con un video pubblicato proprio in vista delle ultime battute dell’anno, un momento in cui si esprimono desideri e si fanno nuovi propositi. In pratica, per fare in modo che le cose vadano per il meglio, basta ripetersi frasi del tipo “Sono così fortunata. Sono una delle persone più fortunate che io conosca. Tutto si risolverà per il meglio per me“. Ma è davvero così?

Il trend della Sindrome della Ragazza Fortunata

Su TikTok si sono rapidamente moltiplicati i video ispirati da quello originale. Secondo Galebe, convincersi di essere persone molto fortunate, è una condizione sufficiente per fare effettivamente funzionare le cose nella nostra vita. A costo di illudersi e convincersi che sia così: affinché la Sindrome della Ragazza Fortunata funzioni, bisogna davvero crederci.

In un articolo pubblicato su I-d, Roisin Lanigan definisce questa pratica l’apice della cosiddetta “era dell’illusione” di internet. Il trend è andato molto bene e la Lucky Girl Syndrome conferma che, dunque, c’è davvero voglia di sperimentare tecniche che possano convincerci che tutto sia perfetto. I video accumulano milioni di visualizzazioni e c’è chi giura che la tecnica funzioni davvero.

I sogni espressi da chiunque si cimenti nella pratica sono molto vari e anche diversi tra loro. Dalle richieste legate alla vita di tutti i giorni, come trovare una casa con determinate caratteristiche, a cose come ricevere un invito a un determinato evento o anche pubblicare un video che diventi virale su TikTok. Analizzare la Sindrome della Ragazza Fortunata restituisce anche un efficace ritratto della Gen Z e delle sue aspirazioni.

Una moderna Law of Assumption

I più attenti hanno sottolineato che si tratto di una versione “moderna” della celebre Law of Assumption, teorizzata nel 1969 da Neville Goddard, uno dei più noti teorici del New Thought. Secondo Goddard, tutto ciò che consideriamo vero, alla fine si realizza: la chiave è, dunque, assumere l’identità della persona che si vuole diventare e iniziare ad agire come quella persona. Quindi, al di là dei desideri specifici, basterebbe anche solo pensare di essere fortunati, per avere ciò che ci spetterebbe di diritto.

Il richiamo, volendo allargare ancora un po’ il ragionamento, è alla vecchia legge di attrazione: i pensieri positivi, portano risultati positivi. Nel caso della Lucky Girl Syndrome, però, ci si spinge fino all’estremo – ed è qui che subentrano i pericoli.

I pericoli della Lucky Girl Syndrome

Gli esperti, infatti, parlano di un ottimismo “tossico”, che può dare vita a modelli di pensiero nocivi. Attraverso le pagine di Glamour, Laura Hampson spiega: “Alcune persone sono fortunate e spesso le cose possono funzionare per loro, ma questo dipende anche da un altro fattore importante: il privilegio“. Dietro la Sindrome della Ragazza Fortunata, c’è nella maggior parte dei casi una forte dose di autocompiacimento.

Tra i video raccolti sotto l’apposito hashtag #luckygirlsyndrome, ce ne sono moltissimi di giovani donne senza problemi di salute, né fisici, né psicologici. Una base che, sicuramente, può aiutare di più per il raggiungimento di un obiettivo, secondo alcuni. E non finisce qui. Un altro rischio è non lasciare spazio ad emozioni e sentimenti “negativi” che, tuttavia, fanno inevitabilmente parte della vita, e vanno accettati.

Cercare di ignorare i sentimenti negativi può funzionare nel breve periodo, sottolinea la career coach Lisa Quinn su Harper’s Bazaar, ma alla lunga non regge. Quei sentimenti si ripresenteranno. Se ne è parlato anche sul Guardian, dove la giornalista Alyx Gorman ha messo in luce un altro aspetto potenzialmente tossico: la colpevolizzazione della vittima. Autoconvincersi di essere fortunati e di meritare ogni bene e che tutti i desideri si realizzino, infatti, può portare a pensare che se non accade, è per una mancanza personale.

Sindrome della Ragazza Fortunata: i dubbi

Certo, questa pratica è semplice e approcciabile da tutti: non ci vuole molto a ripetere frasi come “Le cose per me vanno sempre bene, sono davvero una persona fortunata”, ma così si finisce per avere l’illusione di essere responsabili del proprio destino sotto ogni punto di vista. I dubbi sulla Sindrome della Ragazza Fortunata sono molti, ma bisogna anche sottolineare che, secondo alcuni, si tratti di una pratica più che valida.

All’opposto di chi non si fida, c’è, invece, chi sostiene questa tecnica, spiegando come possa essere un rimedio al burnout: si abbandona l’idea che si debba sempre essere e fare di più, per riconoscere che si può ottenere ciò che si vuole, anche restando ciò che si è. Va anche aggiunto, però, che esistono diverse prove del fatto che il pensiero positivo da solo non basti e abbia dei limiti.

Assumere una mentalità positiva e propositiva può aiutare a intraprendere azioni che migliorano la nostra vita, ma è molto importante avere consapevolezza del fatto che non basta questo atteggiamento per ottenere tutto ciò che si vuole.

Foto: Depositphotos.com.

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