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Nuove regole per gli affitti brevi: come cambiano le vacanze degli italiani
Le vacanze sono un momento tanto atteso dagli italiani, che amano esplorare nuovi luoghi e immergersi in esperienze indimenticabili. Negli ultimi anni, gli affitti brevi, spesso gestiti da piattaforme internazionali come Airbnb, sono diventati sempre più popolari, consentendo ai viaggiatori di prenotare alloggi unici e personalizzati e sostare per una o due notti al massimo.
Alcune città e regioni hanno introdotto normative che limitano la durata massima di un affitto breve, al fine di regolare l’impatto sul mercato immobiliare locale e adesso anche il governo ha deciso di muoversi in tal senso introducendo regole più stringenti a tutela dei centri storici e per ridurre il sovradimensionamento turistico.
Sono state le stesse città a richiedere una normativa nazionale, considerato che ad oggi gli annunci extra alberghieri di affitti brevi sono superiori a 700 mila e che l’Italia è il terzo mercato dopo USA e Francia.
Cosa prevede il nuovo disegno di legge sugli affitti brevi
Secondo quanto riportato dall’Agenzia Lapresse, la bozza del nuovo Ddl del Ministero del Turismo, introdurrà nei centri storici delle città metropolitane l’obbligo di una permanenza di almeno due notti nell’ambito degli affitti brevi.
L’obiettivo è quello di ridurre il fenomeno turistico “sovradimensionato”, “salvaguardare la residenzialità dei centri storici e impedirne lo spopolamento”. Il provvedimento non interesserà i comuni sotto i 5 mila abitanti e i nuclei familiari composti da un genitore e tre figli
L’obbligo di permanenza di almeno due notti spingerà con tutta probabilità i turisti a rivolgersi a strutture alberghiere con un inevitabile innalzamento dei costi per i viaggiatori stessi.
Il Ddl, inoltre, prevederà un Codice identificativo nazionale (Cin) per ogni immobile a uso abitativo messo in affitto per finalità turistiche che dovrà essere obbligatoriamente esposto e pubblicato anche nei portali telematici negli annunci pubblicati. In caso contrario si rischierà una multa salata pari a 5mila euro.
Infine, il decreto prevede l’obbligo di segnalazione di inizio attività per chiunque eserciti in forma imprenditoriale l’attività di locazione a fini turistici. Nel caso in cui la normativa non venisse rispettata saranno previste multe fino a 10mila euro.
In breve, coloro che affitteranno più di 4 appartamenti dovranno presentare una comunicazione di inizio attività per una categoria economica specifica di locazione turistica.
Secondo il Ddl gli affitti brevi potranno essere gestiti dai proprietari stessi e dalla figura del property manager, che dovrà possedere un’agenzia immobiliare e sarà obbligato ad agire come sostituto d’imposta con specifico Codice Ateco e dai portali telematici.
Vantaggi e svantaggi delle nuove regole
Per Airbnb, dopo mesi di interlocuzione con l’esecutivo, si tratta di un passo decisivo in direzione di una maggiore regolamentazione del quadro degli affitti brevi, così come un’occasione importante per un’armonizzazione dei codici di registrazione a livello nazionale.
Anche se da più parti emergono alcune perplessità. Nonostante, le norme mirino a creare un quadro unico nazionale, il rischio delle nuove regole è che possano avere un impatto depressivo a livello economico e che la stretta in arrivo possa mettere in ginocchio la proprietà privata. Per altri invece le misure sono troppo blande e servono ulteriori provvedimenti come le licenze limitate e a rotazione nei centri storici.