Mamma insulta l’arbitra: “Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta”

di Anna Bianchini
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Sabato 8 marzo 2025, mentre il mondo celebrava la Giornata internazionale della donna, un episodio sconcertante ha macchiato una partita di basket di Divisione Regionale 1 a Motta di Livenza, in provincia di Treviso.

Alice Fornasier, giovane arbitra 18enne della sezione di Padova, è stata bersaglio di insulti sessisti pesanti: “Cosa ci fai qui l’8 marzo? Vai a fare la prostituta, vai a casa”. A pronunciarli, incredibilmente, la madre di un giocatore della squadra locale, durante il match tra Motta e Feltre. La ragazza, sopraffatta dall’emozione, è scoppiata in lacrime al centro del campo, sospendendo la partita per oltre 20 minuti.

La dinamica dell’episodio

Il fatto è avvenuto nel terzo minuto dell’ultimo quarto, con il Motta in vantaggio di 4 punti. Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, l’insulto è arrivato dagli spalti, scagliato da una tifosa “ultrà” del Motta, identificata come la mamma di un giocatore, apparentemente infuriata per alcune decisioni arbitrali che riguardavano il figlio. Le parole, crude e degradanti, hanno colpito Alice nel profondo. “Le offese erano davvero pesanti, è andata completamente in tilt”, hanno riferito alcuni presenti. Circondata da giocatori e staff, la giovane ha abbandonato il parquet per rifugiarsi negli spogliatoi, dove è rimasta per circa 20 minuti. Nonostante il trauma, ha trovato il coraggio di tornare in campo, completando la partita vinta dal Motta per 79-74, anche se con evidenti difficoltà emotive: sette falli consecutivi fischiati al Feltre testimoniano il suo stato d’animo compromesso.

Un passato di abusi

Non è la prima volta che Alice Fornasier si trova a fronteggiare situazioni simili. A dicembre 2024, durante una partita di Serie C femminile a Cittadella, la giovane arbitra era stata nuovamente insultata dagli spalti. Quell’episodio portò alla squalifica del campo per due giornate dopo la sua denuncia al giudice sportivo.

Reazioni istituzionali

L’episodio ha scatenato un’ondata di indignazione. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto con parole dure: “Se un giovane arbitro donna viene fatta segno di insulti sessisti da parte di un’altra donna, significa che dobbiamo prendere atto con sconcerto che ci sono situazioni nelle quali non esiste più nemmeno la vergogna. Si vergogni invece chi ha profferito quelle offese e sia orgogliosa di sé stessa la giovane arbitra alla quale va tutta la mia solidarietà. Quanto alla colpevole degli insulti, per lei mi auguro il Daspo”. Zaia ha poi elogiato Alice: “Forza Alice, hai dimostrato carattere e resilienza. Continua a coltivare la tua passione con orgoglio”.

Anche il consigliere regionale di Europa Verde, Andrea Zanoni, ha espresso solidarietà: “Questo episodio non rappresenta solo un’offesa alla dignità di una professionista, ma ci costringe a delle riflessioni. Il linguaggio sessista e misogino risulta talmente diffuso e giustificato, da alcuni, da essere addirittura recepito come ‘normale’ anche da alcune donne”. Il fatto che l’autrice fosse una madre, e che l’attacco sia avvenuto proprio l’8 marzo, rende l’accaduto “ancora più grave e preoccupante”, ha aggiunto.

La voce della federazione

Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro (Fip) del Veneto, Fabio Crivellaro, non ha usato mezzi termini: “Non è più tollerabile, né tanto meno comprensibile, che persone adulte, tanto più anch’esse madri o padri, rivolgano parole vergognose o inviti spregevoli nei confronti di chi arbitra le gare dei campionati”. Con un “grande abbraccio” ad Alice, Crivellaro ha definito l’episodio “incommentabile” per la sua gravità, sottolineando: “Non è più accettabile che nel 2025 ci siano genitori o spettatori che scambino i palasport per degli sfogatoi o delle terre franche”. La Fip ha chiesto alle società sportive una “massima collaborazione” per evitare il ripetersi di simili episodi, invitando i tifosi a “pensare a tifare e non a insultare”.

La posizione del Motta

La Pallacanestro Motta ASD, squadra di casa, ha preso le distanze con un comunicato ufficiale: “La Pallacanestro Motta ASD prende fermamente le distanze da quanto accaduto durante la partita della categoria DR1 sabato sera presso il nostro palazzetto e si dissocia da qualsiasi comportamento irrispettoso o offensivo che possa essere stato rivolto nei confronti della coppia arbitrale”. Ironia della sorte, pochi giorni prima la società aveva lanciato la campagna “Me Gusta Fare l’Arbitro”, con lo slogan “Se fossi tuo figlio, mi urleresti contro?”, un’iniziativa per promuovere il rispetto verso i direttori di gara.

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