Giulia Tramontano, trovati documenti e arma del delitto: “L’ho uccisa senza motivo”

di Gaetano Ferraro


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L’ho uccisa senza motivo, non provavo ira o voglia di vendetta“. Queste le parole davanti al giudice di Alessandro Impagnatiello, il barman reo confesso dell’omicidio della compagna incinta Giulia Tramontano: “Ho lavato il coltello e l’ho riposto”. Poi le ricerche nella cronologia del suo computer su come eliminare bruciature nella vasca: “Volevo solo togliere una macchia”. Ma ci sarebbero altri indizi. Sono parole fredde e senza sentimento quelle pronunciate dal trentenne Alessandro Impagnatiello. “Nel momento in cui ho deciso di uccidere la mia compagna non c’era né ira né rabbia né desiderio di vendetta”. Le ha dette davanti al giudice e si leggono in uno scarno verbale del suo interrogatorio. Come le sue parole mentre racconta come ha ucciso Giulia e il piccolo Thiago che sarebbe nato tra 2 mesi

Perchè Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia?

Si trova nel carcere di San Vittore. Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, procurato aborto e occultamento di cadavere. Rischia l’ergastolo. Ha confessato e ha fatto trovare il corpo di Giulia, ha dato particolari che solo il killer poteva conoscere. Ora ci sono tanti punti ancora da chiarire. Qualcuno può averlo aiutato a ripulire l’auto o la casa? Ipotesi al momento non riscontrata dalle indagini. Ma perché Alessandro Impagnatiello ha ucciso Giulia Tramontano e il piccolo che aveva n grembo?

Quel è il movente dell’omicidio?

Perché ha ucciso Giulia, chiede il gip nell’interrogatorio? La risposta di Impagnatiello è allo stesso tempo ovvia e raggelante: “L’ho deciso senza motivazioni. Ci sto pensando costantemente. La situazione era per me, mi passi il termine, stressante. Questa è l’unica cosa che posso dire, ma non c’era un reale motivo”. Ma il movente dell’omicidio sembra essere al momento sconosciuto. Nell’interrogatorio con i pm, aveva inizialmente detto che aveva colpito la donna “per non farla soffrire“, ma questa versione è stata successivamente corretta. La dinamica dell’omicidio e lo spostamento del corpo sono stati raccontati durante la confessione ai magistrati.

Gli indizi che inchiodano il trentenne

Oltre alla confessione di Impagnatiello, ci sono anche dei nuovi indizi importanti che emergono dalle ultime indagini. In particolare, sarebbero emersi dei dettagli sulla premeditazione del gesto, tra cui le ricerche effettuate su Internet già verso le 19:00 del giorno dell’omicidio. Secondo l’uomo, si trattava di una ricerca relativa a una vasca da bagno per cercare dei rimedi per rimuovere una macchia presente sulla stessa. I  magistrati però stanno approfondendo questa pista per comprendere se ci sia una vera e propria premeditazione o meno.

Trovati i documenti e l’arma del delitto

Intanto gli investigatori hanno trovato alcuni documenti della vittima in un tombino presso la fermata della metropolitana Comasina di Milano. In contemporanea nell’abitazione dei due a Senago è stata trovata l’arma del delitto. Un coltello, considerato l’arma del delitto, è stato infatti ritrovato durante i rilievi tecnico-scientifici nella casa di Senago dove la coppia viveva. Gli investigatori hanno effettuato le analisi anche nel garage dove il 30enne ha detto di aver nascosto il cadavere per giorni. “L’arma indicata è stata repertata, sapremo tutto quanto all’esito”, ha detto Giovanni Cacciapuoti, avvocato della famiglia di Giulia Tramontano, uscendo dal sopralluogo a Senago durante il quale è stato trovato il coltello. Nel tombino invece gli inquirenti hanno trovato la patente, il bancomat e la carta di credito della vittima. Intanto proseguono le indagini per ricostruire le tempistiche dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere. Il cellulare di Giulia ancora non è stato trovato. 

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