Liliana Resinovich, il marito Visintin sotto accusa, cosa è emerso dalla perquisizione

di Redazione
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La notte di martedì 8 aprile la Polizia ha setacciato l’appartamento di Sebastiano Visintin in via del Verrocchio, a Trieste, su disposizione della nuova titolare dell’inchiesta, la pm Ilaria Iozzi.

L’operazione, durata fino all’alba di mercoledì, ha portato al sequestro di decine di utensili da taglio, tra cui coltelli e forbici, un paio di guanti e un maglione. Secondo il quotidiano Il Piccolo, gli oggetti sequestrati superano i 700, molti dei quali potrebbero appartenere a clienti, dato che Visintin, ex fotoreporter, praticava l’attività di arrotino in un laboratorio trasferito a casa.

Visintin, unico indagato per l’omicidio di sua moglie Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 nel parco di San Giovanni, non ha opposto resistenza durante il sopralluogo.

Il mistero della scomparsa di Liliana

Liliana Resinovich, pensionata di 63 anni, uscì dal suo appartamento in via del Verrocchio la mattina del 14 dicembre 2021, intorno alle 8:30, senza mai fare ritorno. Lasciò a casa borsetta, portafogli, documenti, due cellulari e la fede nuziale, dettagli che alimentarono fin da subito interrogativi. Il marito, Sebastiano Visintin, denunciò la sua scomparsa la sera stessa, intorno alle 22:00. Inizialmente, gli inquirenti ipotizzarono un allontanamento volontario, ma il ritrovamento del corpo di Liliana, avvolto in sacchi neri e con la testa in due sacchetti di plastica chiusi da un cordoncino, cambiò il corso delle indagini.

Il corpo, scoperto in un boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, presentava segni che hanno portato a escludere il suicidio. Una perizia medico-legale del febbraio 2025, condotta dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, ha confermato che Liliana morì per soffocamento, con indizi che suggeriscono l’intervento di terzi. Questo esito ha spinto la Procura di Trieste a riqualificare il reato da sequestro di persona a omicidio.

Sebastiano Visintin sotto accusa

Sebastiano Visintin, 73 anni, originario di Gorizia e residente a Trieste, è formalmente indagato per l’omicidio della moglie. La notizia, anticipata dalla trasmissione Quarto Grado l’11 aprile scorso ha seguito una perquisizione di sette ore nella sua abitazione. Visintin, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato: “Non sono preoccupato, la vicenda è ingigantita, vediamo…”. Ha confermato di aver ricevuto un avviso di garanzia, consegnato al suo legale, aggiungendo: “Durante il sopralluogo sono rimasto seduto sul divano, non ho idea di dove abbiano guardato”.

I suoi avvocati, Alice e Paolo Bevilacqua, hanno commentato: “Allo stato ci troviamo di fronte ad un mutamento di ruolo di Sebastiano Visintin, che viviamo come espressione di un atto dovuto, per il compimento di attività che, francamente, stupisce a distanza di così tanto tempo dall’originaria iscrizione di reato”. I legali si chiedono: “Perché proprio Sebastiano? Perché solo lui?”, esprimendo fiducia in un chiarimento e sottolineando l’estraneità del loro assistito alle accuse.

Le reazioni dei familiari e di Claudio Sterpin

Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha accolto con cautela la notizia dell’indagine su Visintin: “Non sapevo niente, non sapevo che fosse stato indagato e non posso dire che sono contento. Ma sono invece contento del fatto che finalmente c’è questo nuovo team di investigatori che sta facendo il suo lavoro”. Sergio, che da anni chiede approfondimenti sul caso, ha ringraziato il nuovo pool investigativo, auspicando che le indagini proseguano.

Claudio Sterpin, amico di Liliana e figura centrale nella vicenda, ha reagito con forza: “Finalmente! Da tre anni aspettavo questo momento. Bene, anche se è sempre troppo tardi perché questa cosa dovevano farla gli investigatori di allora e invece si sono dimostrati almeno negligenti, altrimenti si sarebbero accorti di tutte le incongruenze”. Sterpin ha elogiato Sergio e i familiari per aver evitato la cremazione del corpo, un elemento cruciale per le nuove analisi. Ha poi criticato Visintin: “È inammissibile che una persona a 48 ore dalla scomparsa della moglie, invece di essere disperata si preoccupa di dire che ha un alibi”.

Sterpin ha aggiunto: “Quella mattina aspettavo Lilli, sono stato in casa tutta la mattina. È successo altre volte che non potesse raggiungermi ma mi aveva sempre avvisato, invece quella mattina non lo ha fatto. Poi, in tarda mattinata sono uscito. Se mi indagano … ben venga”.

Un caso irrisolto che divide

Il caso di Liliana Resinovich ha generato profonde divisioni tra familiari, amici e opinione pubblica. Sergio Resinovich aveva già depositato un atto in Procura nel 2023, chiedendo di indagare su Visintin e sulla sua cerchia, ipotizzando moventi economici e di controllo. La perizia di Cattaneo, che ha escluso il suicidio, ha dato nuova linfa alle richieste dei familiari, portando alla riapertura del caso da parte del gip Luigi Dainotti nel febbraio 2023.

Nel frattempo, Visintin ha scelto di lasciare Trieste per una vacanza in Carinzia, nel sud dell’Austria. “Sono venuto a riposarmi, non sto bene, oggi mi sento un po’ meglio, ho anche qualche problema fisico”, ha detto all’ANSA. Ha descritto il suo programma: “Mi preparo e prendo la bici, forse vado a Felden, farò il giro del lago. Nel pomeriggio andrò in sauna con i soliti amici”.

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