Il dolore diventa azione: a “Che tempo che fa” il libro di Gino Cecchettin contro la violenza sulle donne

di Gaetano Ferraro


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Gino Cecchettin, il padre di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa lo scorso novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha recentemente presentato il libro “Cara Giulia, quello che ho imparato da mia figlia”, scritto con Marco Franzoso. Il libro uscirà il prossimo martedì per Rizzoli e i proventi della vendita saranno destinati a finanziare progetti per il contrasto alla violenza di genere.

Un libro per ricordare Giulia e combattere la violenza di genere

Cecchettin è stato ospite della trasmissione televisiva “Che Tempo Che Fa”, condotta da Fabio Fazio, dove ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinto a scrivere questo libro-memoriale dedicato alla figlia. “Giulia non era una ragazza che si risparmiava nell’aiutare gli altri, una delle prime cose che ho imparato da lei è proprio questa sua generosità” ha dichiarato Cecchettin.

I proventi del libro destinati a una fondazione per il contrasto alla violenza

L’intento è quello di ricordare Giulia e allo stesso tempo fare qualcosa di concreto per combattere il fenomeno della violenza contro le donne. Per questo Cecchettin ha deciso di devolvere i proventi del libro ad una fondazione che verrà creata appositamente e si occuperà di sostenere le associazioni già attive sul territorio. “Ho pensato che il modo migliore fosse creare una fondazione che potesse dare sostegno a queste associazioni” spiega Cecchettin, che sta contattando diversi enti per dare più forza al progetto. L’obiettivo è quello di costruire una fondazione inclusiva, che possa davvero incidere attraverso il supporto ad associazioni già radicate e attive.

L’elaborazione del lutto e la volontà di agire seguendo l’esempio di Giulia

Cecchettin ha anche raccontato delle sensazioni provate dopo la tragica morte della figlia. La voglia di chiudersi in sé stesso e nel proprio dolore è stata forte, ma poi ha prevalso la volontà di agire seguendo l’esempio di Giulia, che non si sarebbe tirata indietro di fronte alle difficoltà. Così, mettendo nero su bianco pensieri ed emozioni, Cecchettin ha intrapreso un percorso personale di elaborazione del lutto che spera possa essere d’aiuto anche ad altri. Il libro vuole lasciare una traccia della vita di Giulia, della sua generosità e del suo impegno verso gli altri.

Il conferimento della laurea alla memoria, un riconoscimento dovuto

Durante l’intervista Cecchettin ha anche ricordato la cerimonia in cui, lo scorso 2 febbraio, è stata conferita la laurea alla memoria di Giulia in Ingegneria Biomedica, pochi giorni dopo che la ragazza aveva perso la vita. Un momento toccante ma importante, perché gli sforzi e i sacrifici fatti da Giulia meritavano di essere riconosciuti. Il padre ha poi raccontato di come spesso, scrivendo il libro, sia tornato con la mente al sabato in cui la figlia è scomparsa. Una giornata come tante altre, vissuta quasi distrattamente, che gli ha insegnato a prestare più attenzione ad ogni momento trascorso con i propri cari.

Concentrarsi su Giulia, non citare il suo assassino

Cecchettin non ha voluto citare il nome del responsabile dell’omicidio di Giulia, né confrontarsi con la sua famiglia. Ha scelto di concentrarsi esclusivamente sulla figlia, sulla sua vita e su cosa lei avrebbe voluto. Proprio da Giulia e dall’altra figlia Elena l’uomo dice di aver imparato cosa significa essere altruisti e forti. È anche tornato a parlare del “patriarcato”, un concetto che il femminicidio di Giulia ha portato alla ribalta. Cecchettin si dice ottimista riguardo al cambiamento culturale in atto, anche grazie alle nuove generazioni, più sensibili al tema della parità di genere. “Ho imparato tantissimo dalle mie figlie” afferma Cecchettin, che con questo libro-memoriale spera di tenere viva la memoria di Giulia e di trasformare il dolore in un’azione concreta per proteggere altre donne. Un messaggio di speranza da un padre provato da una tragedia, ma determinato a fare la differenza.

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