La tragedia di Yonatan, morto il dj rapito da Hamas: “Aveva tanti sogni”

di Redazione


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Tragedia a Gaza: è morto Yonatan Samerano, il 21enne di Tel Aviv rapito da Hamas dopo essere stato ferito durante l’attacco al festival Nova a Re’im lo scorso 7 ottobre. La famiglia è stata informata dalle autorità israeliane.

La tragedia di Yonatan, il dj rapito e ucciso da Hamas

Samerano, dj al rave vicino a Re’im la mattina dell’attacco, era fuggito nel vicino kibbutz Be’eri dove era stato ferito e catturato. “Jonathan era un ragazzo magico, circondato da amici, un dj che voleva solo fare musica, crescere, essere felice e viaggiare. Aveva tanti sogni”, hanno detto i familiari distrutti. Lascia i genitori Kobi e Ayelet e il fratello Yair.

Prosegue l’operazione di Israele nella Striscia di Gaza

Intanto nella Striscia di Gaza prosegue l’operazione Breaking Dawn dell’esercito israeliano. La notte fra il 3 e il 4 dicembre è stata di pesanti bombardamenti anche nel sud, come preludio ad una nuova incursione di terra secondo l’Idf. Lo ha confermato il portavoce Daniel Hagari, annunciando che le operazioni contro Hamas si ampliano in tutta Gaza. Nei raid su un edificio residenziale vicino Rafah e sull’ospedale di Jabalia, 13 persone sarebbero morte secondo fonti palestinesi citate da Al Jazeera. Dopo una notte di intensi attacchi, nel sud di Gaza si vive una “calma relativa” riferiscono media e testimoni locali, con boati di bombardamenti nella regione di Bint Jbeil al confine con Israele.

Sale la tensione al confine col Libano

Sale la tensione anche al confine col Libano, con colpi di mortaio contro il nord di Israele rivendicati da Hezbollah. Tre soldati israeliani sono rimasti feriti vicino Shtula e l’artiglieria di Israele ha risposto colpendo oltre confine le postazioni da cui sarebbero partiti i razzi. Nella notte, bombe incendiarie israeliane hanno provocato roghi nell’area di Tell Awada. 

Il conflitto si intensifica, l’Onu invoca il cessate il fuoco

Il conflitto tra Israele e forze armate palestinesi e libanesi si intensifica e il rischio di una escalation militare preoccupa la comunità internazionale, con l’Onu che invoca un immediato cessate il fuoco per evitare ulteriori vittime civili. Ma al momento non si intravedono spiragli di pace, con troppi interessi in gioco tra attori regionali in un quadro geopolitico complesso.

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