Delitto di Garlasco, l’incidente probatorio: reperti e traccia 10
A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, l’inchiesta di Garlasco vive una nuova fase con l’analisi scientifica di reperti e tracce genetiche. La seconda giornata dell’incidente probatorio, in corso a Milano, si concentra su spazzatura e impronte, con Andrea Sempio al centro delle indagini.

Delitto di Garlasco
Il 13 agosto 2007, a Garlasco, in provincia di Pavia, ci fu l’omicidio di Chiara Poggi, una giovane di 26 anni trovata senza vita nella villetta di famiglia. A distanza di quasi 18 anni, l’inchiesta sul delitto è tornata sotto i riflettori con una nuova fase investigativa.
Oggi, 19 giugno 2025, nella Questura di Milano si è svolta la seconda giornata dell’incidente probatorio, un passaggio fondamentale per cristallizzare prove scientifiche che potrebbero ridefinire il caso. Al centro delle indagini c’è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, indagato per omicidio in concorso.
Ripresa delle analisi: focus su spazzatura e impronte
La seconda giornata dell’incidente probatorio, iniziato martedì 17 giugno, ha visto genetisti e dattiloscopisti riuniti negli uffici della Polizia Scientifica di Milano per proseguire l’esame di reperti raccolti nel 2007. Tra gli oggetti al centro dell’attenzione ci sono i rifiuti domestici sequestrati nella villetta di via Pascoli, tra cui vasetti di yogurt, resti di una banana e altri materiali organici. L’obiettivo è estrarre eventuali tracce di DNA che possano collegarsi a Sempio o ad altri soggetti. Inoltre, si sta completando l’analisi delle fasce para-adesive, nastri utilizzati per rilevare impronte digitali sulla scena del crimine.
Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma e consulente della difesa di Sempio, ha dichiarato al suo arrivo in Questura: “Per quanto riguarda l’analisi della spazzatura vogliamo verificare che ci sia stato un sequestro formale. Se è tutto regolare procederemo probabilmente dai residui dell’immondizia e completeremo la parte delle fasce para-adesive”. Garofano ha anche chiarito un dettaglio tecnico: “Ci tengo a dire per quanto riguarda le fascette para-adesive analizzate che non c’è alcuna differenza con gli acetati. Assolutamente nessuna. Si andava con l’una o con l’altra a seconda della disponibilità”.

Stato dei reperti: condizioni sorprendentemente buone
Un elemento emerso oggi è l’ottimo stato di conservazione dei reperti, nonostante i 18 anni trascorsi. Garofano ha sottolineato: “Erano in buone condizioni, tanto che si è provveduto alla tamponatura”. Questo aspetto è fondamentale, poiché la degradazione dei materiali potrebbe compromettere l’affidabilità delle analisi genetiche. La tamponatura, ovvero il prelievo di campioni biologici tramite tamponi, è stata effettuata con successo, aprendo la strada a ulteriori esami nei laboratori del Fatebenefratelli di Milano.
L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ha commentato: “Sono reperti che hanno 18 anni e daranno le risposte che possono dare. Si procede con molta serietà e molto speditamente. La Polizia Scientifica in questo è assolutamente ammirevole”. Tizzoni ha elogiato il metodo di lavoro: “Siamo contenti che avvenga in contraddittorio, com’è avvenuto nel 2014 e anche negli anni prima. Tutto quello che avviene davanti a un perito terzo per noi va bene”.
La traccia 10
Un altro punto focale della giornata è stata la discussione sulla traccia 10, un’impronta rilevata sulla porta d’ingresso della villetta. Giada Bocellari, avvocato di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara e attualmente in regime di semilibertà, ha rivelato che la difesa di Stasi ha richiesto un’analisi più approfondita di questa traccia. “Abbiamo fatto due tamponi: un tampone con il quale si è grattato praticamente tutto il materiale biologico per la caratterizzazione genetica e poi un tampone residuo per fare lo Obt test”, ha spiegato Bocellari.
L’Obt test, utilizzato per rilevare la presenza di sangue, ha dato esito negativo sulla traccia 10, ma permangono dubbi. “Mentre su tutte le impronte direi che si vede che non c’è sangue, sulla 10 ci sono dei dubbi. Abbiamo chiesto che, siccome il secondo tampone che abbiamo fatto era sul residuo, si faccia un’analisi più approfondita sul tampone per la caratterizzazione genetica”, ha aggiunto l’avvocato. La traccia 10, già esclusa come appartenente a Sempio o Stasi, potrebbe fornire nuovi indizi sulla dinamica del delitto. Bocellari ha definito questo approccio “laico”, sottolineando l’impegno per un accertamento obiettivo della verità.
Sfide e contrasti tra le parti
Non sono mancati momenti di confronto tra i periti e i consulenti delle parti coinvolte. La difesa di Sempio, rappresentata anche dall’avvocato Massimo Lovati, ha sollevato questioni procedurali riguardo al verbale di sequestro della spazzatura, repertata otto mesi dopo l’omicidio. Bocellari ha risposto: “La difesa di Andrea Sempio ha il diritto di fare tutte le opposizioni che ritengono opportune nell’interesse del loro assistito. Lo abbiamo già prodotto, quindi non vedo dove stia il problema. Quella roba era sequestrata”. Dopo aver esibito i verbali, le analisi sui rifiuti sono proseguite senza ulteriori intoppi.
Il clima davanti alla Questura di Milano è stato animato dalla presenza di decine di giornalisti e cameraman, testimonianza dell’enorme interesse mediatico per il caso.
90 giorni per le risposte
L’incidente probatorio, coordinato dai periti Denise Albani (genetista) e Domenico Marchigiani (dattiloscopista), ha una durata prevista di 90 giorni, con un’udienza finale fissata per il 24 ottobre 2025 a Pavia. Entro quella data, gli esperti dovranno rispondere a sette quesiti posti dalla gip Daniela Garlaschelli, tra cui l’utilizzabilità del DNA trovato sotto le unghie di Chiara e la comparazione con i profili genetici di Sempio, Stasi e altri soggetti non indagati, come le gemelle Cappa e Marco Panzarasa.