Decreto lavoro 2023, cosa cambia? Tutte le novità che ogni donna deve sapere

di Romina Ferrante


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Il 5 maggio è entrato ufficialmente in vigore il Decreto Lavoro 2023. È stato, infatti, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 103 del 4 maggio 2023, il decreto legge n. 48/2023 recante “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, approvato dal Governo lo scorso 1° maggio.

Scopriamo insieme quali sono le principali novità introdotte dal nuovo decreto.

Assegno d’inclusione e strumento di attivazione da 350 euro

La prima novità consiste nell’Assegno di inclusione, una misura di sostegno al reddito che aiuterà le famiglie con un ISEE fino aI 9360 euro, soglia che sarà innalzata in presenza di minori e soggetti “fragili” (disabili e over 60). Questo strumento sostituirà completamente a partire dal 2024 il Reddito di cittadinanza.

Il decreto prevede anche la possibilità dal 1° settembre 2023 per i componenti dei nuclei familiari tra i 18 e i 59 anni, con un ISEE non superiore ai 6000 euro, di usufruire dello “Strumento di attivazione al lavoro (SDA)”. Si tratta di una misura di sostegno rivolta chi si trova in condizioni di povertà assoluta e non ha i requisiti per accedere all’Assegno d’inclusione, che prevede un’indennità pari a un massimo di 350 euro per finanziare corsi di formazione o progetti utili alla collettività.

Cuneo fiscale, fringe benefits, sicurezza sul lavoro e ratezione dei debiti contributivi

Tra le novità più importanti anche il taglio del 4 % al cuneo fiscale, per il periodo 1 luglio – 31 dicembre 2023, attraverso l’esonero parziale dai contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti (per i dipendenti con reddito fino a 35mila euro taglio del 6% complessivo; per i dipendenti con reddito fino a 25mila euro taglio del 7%);

La soglia dei fringe benefits esenti IRPEF (incluse le utenze domestiche) per il periodo d’imposta 2023, per i lavoratori dipendenti con figli salirà a 3000 euro e saranno rafforzate le regole in materia di sicurezza sul lavoro e tutela contro gli infortuni per studenti e lavoratori (previsto un risarcimento per gli infortuni mortali che interessano i giovani in alternanza scuola-lavoro).

C’è poi spazio per un ampliamento della rateazione per il pagamento dei debiti contributivi che passa da 24 a 60 mesi,riduzione delle sanzioni amministrative in caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali che potranno essere rimodulate non più “da euro 10.000 a euro 50.000”, ma “da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso”.

Contratti a termine, voucher e incentivi alle assunzioni

La vera rivoluzione sta però nei contratti di lavoro a termine che potranno essere estesi oltre i 12 mesi e fino a un massimo di 24 mesi. In questo caso si ammetteranno causali previste dai CCNL, dettate da esigenze economiche organizzative delle imprese e per sostituzione di lavoratori assenti. Nel caso in cui dopo i 24 mesi il contratto non sia convertito a tempo indeterminato, al lavoratore spetterà un contributo una tantum di 500 euro.

Per quanto riguarda gli incentivi alle assunzioni il decreto prevede un contributo per ogni persona disabile assunta a tempo indeterminato tra il 1° agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023, per datori di lavoro che assumono percettori di assegno di inclusione (esonero contributivo del 100% per 12 mesi) e per datori di lavoro che assumono giovani NEET under 30 iscritti al programma Incentivo Occupazione Giovani (contributo del 60% della retribuzione per 12 mesi, cumulabile con altre misure in vigore).

Nel Decreto Lavoro viene innalzato il limite di utilizzo dei voucher a 15.000 euro annui per il settore dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi di divertimento.

Decreto Trasparenza: basterà il rinvio al contratto collettivo

Infine, con il Decreto Lavoro il Governo è intervenuto sul Decreto Trasparenza che aveva imposto ai datori di lavoro di informare i lavoratori su tutti gli aspetti che regolano il rapporto lavorativo, informazioni che sarà possibile rinvenire nel contratto collettivo.

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