Chiara Petrolini: domiciliari confermati, ma con il braccialetto elettronico
Il Tribunale della Libertà di Bologna ha deciso: Chiara Petrolini, accusata di omicidio e soppressione di cadavere di due neonati, resta agli arresti domiciliari con l’aggiunta del braccialetto elettronico.

Chiara Petrolini
Il Tribunale della Libertà di Bologna ha confermato la misura degli arresti domiciliari per Chiara Petrolini, la 21enne di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, accusata di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere di due figli neonati. La sentenza introduce però una novità: l’applicazione del braccialetto elettronico per un controllo più stringente dei movimenti della giovane. La decisione rappresenta una parziale riforma dell’ordinanza del Gip di Parma, ma non accoglie la richiesta della Procura di Parma, che aveva insistito per la custodia in carcere.
I fatti alla base dell’accusa
La vicenda ha sconvolto la comunità di Traversetolo. Chiara Petrolini è accusata di aver partorito e ucciso due neonati, uno nell’aprile 2023 e l’altro nell’agosto 2024, seppellendone i corpi nel giardino della villetta di famiglia. Il primo ritrovamento, avvenuto casualmente il 9 agosto 2024 mentre la giovane si trovava in vacanza negli Stati Uniti, ha dato il via alle indagini dei carabinieri di Parma. Le investigazioni successive hanno portato alla scoperta del secondo corpo, mai registrato all’anagrafe, come il primo. Secondo l’accusa, la 21enne avrebbe nascosto entrambe le gravidanze a familiari e conoscenti, agendo in completa solitudine.
La decisione del Tribunale della Libertà
Durante l’udienza del 18 giugno, i giudici del Tribunale della Libertà di Bologna hanno valutato l’appello della Procura di Parma, guidata dal procuratore Alfonso D’Avino e dalla pm Francesca Arienti. La Procura aveva richiesto una misura più severa, sostenendo che gli arresti domiciliari non fossero sufficienti a garantire la sicurezza pubblica, data la gravità dei reati contestati. Tuttavia, i giudici hanno optato per un compromesso, mantenendo la giovane nella sua abitazione di Vignale di Traversetolo, ma imponendo il braccialetto elettronico per monitorarne gli spostamenti.
Il ruolo della Cassazione
La misura cautelare non è ancora definitiva. L’avvocato difensore di Chiara Petrolini, Nicola Tria, potrebbe presentare ricorso in Cassazione, come confermato dallo stesso legale. In caso di ricorso, la decisione del Tribunale della Libertà sarà sospesa fino al pronunciamento della Corte Suprema.
Il contesto delle indagini
Le indagini, condotte dai carabinieri del comando provinciale di Parma, hanno ricostruito una storia drammatica. Secondo quanto emerso, Chiara Petrolini avrebbe partorito da sola in entrambe le occasioni, senza che né i familiari né il fidanzato fossero a conoscenza delle gravidanze. Per il secondo neonato, le analisi medico-legali hanno ipotizzato che la morte sia avvenuta per dissanguamento dovuto al taglio del cordone ombelicale. Sul primo neonato, invece, le cause della morte risultano meno chiare a causa dello stato di deterioramento dei resti. La giovane, interrogata dopo l’arresto del 20 settembre 2024, ha dichiarato che pensava che i figli fossero nati morti, ma le sue versioni sono state giudicate contraddittorie dagli inquirenti.
Un processo che farà discutere
Il caso di Chiara Petrolini arriverà in aula il 30 giugno 2025, quando la giovane dovrà rispondere delle pesanti accuse di omicidio volontario aggravato e soppressione di cadavere. La difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Tria, punterà a chiarire le condizioni psichiche della 21enne, un aspetto che potrebbe diventare centrale nel processo. La Procura, invece, ha descritto la giovane come una figura “difficilmente decifrabile”, evidenziando la complessità del movente e delle circostanze che hanno portato ai tragici eventi.