“La notte dormo malissimo” allora tieni pure 230mila euro: arrivato il BONUS SONNO | Potete chiederlo oggi stesso

Donna che non riesce a dormire_Donnaclick
Dormire bene non è un lusso per pochi, è un diritto di tutti: e ora anche la legge sembra essersene accorta.
C’è chi ancora lo chiama “movida”, ma per molti è diventata una tortura. Nei centri storici italiani, il sonno è ormai un privilegio per pochi. Tra locali aperti fino all’alba, musica a tutto volume e schiamazzi continui, la notte ha smesso di essere sinonimo di riposo.
Il problema non è solo il fastidio. È la salute che vacilla. Insonnia cronica, ansia, malattie aggravate: le conseguenze sono reali e gravi. Lo dicono i medici. E, finalmente, anche i tribunali.
Le denunce, rimaste troppo a lungo nel cassetto, cominciano a farsi strada nei palazzi di giustizia. I residenti non chiedono miracoli, ma solo ciò che spetta loro: silenzio, rispetto delle ordinanze comunali e tutela dei propri diritti fondamentali.
L’argomento è caldo. Se ne parla ovunque, dai talk show alle bacheche social, dove ogni sera esplode una nuova testimonianza dal “fronte del rumore”. E adesso, dopo anni di battaglie, arriva un precedente che potrebbe cambiare le carte in tavola.
Quando il rumore diventa un problema di salute pubblica
Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto che l’inquinamento acustico può costituire una vera e propria lesione al diritto alla salute. Non si tratta più solo di un fastidio passeggero, ma di un danno concreto, misurabile e risarcibile.
Secondo i giudici, il Comune ha il dovere di far rispettare le sue ordinanze e garantire il benessere dei residenti. Quando questo non avviene, la responsabilità non è solo dei singoli trasgressori ma anche dell’amministrazione pubblica.

Rumori molesti? Arriva il primo maxi-risarcimento
Il sonno ha un prezzo, e a Napoli l’hanno appena stabilito: 230mila euro. Il giudice ha dato ragione a dieci cittadini stremati dalla movida notturna. Il Comune di Napoli è stato condannato a risarcirli con 230mila euro per non aver fermato i rumori notturni provenienti da piazza Vincenzo Bellini. Una cifra che segna un punto di svolta. È la prima volta che un’amministrazione viene chiamata a pagare per non aver protetto il diritto al sonno.
Questo caso apre la strada a nuove richieste di risarcimento in tutta Italia. Da oggi, chi vive prigioniero dei decibel e può dimostrarlo, ha uno strumento in più. Altro che “bonus sonno”: questa è giustizia civile. E potrebbe cambiare il modo in cui le città italiane affrontano il rumore urbano.