Guerra in Ucraina, in fuga dalla guerra al 9° mese di gravidanza, partorisce in Italia

di Manuela Zanni


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La piccola Nikole nasce in Lombardia dalla mamma in fuga dall’Ucraina al nono mese di gravidanza. La giovane donna ha partorito in Italia, lontana dalla guerra, dopo un viaggio durato tre giorni assieme alla figlia di otto anni. Il compagno è rimasto a combattere per difendere la patria.

Nikole, la prima bimba rifugiata ucraina nata in Italia

La sua mamma ha fatto un viaggio dall’inferno della guerra verso  una terra sicura dove farla nascere. Trentuno anni, al nono mese di gravidanza, una vita come tante altre, lo scorso 24 febbraio la donna è scappata dall’Ucraina. La piccola è nata all’ospedale di Rho. La mamma è scappata al nono mese di gravidanza con l’altra figlia di 8 anni per non partorire sotto le bombe. Il padre l’ha vista in videochiamata.

Nikole, piccola star del web

Ha  solo pochi giorni di vita ed è già una star del web. La  foto della piccola Nikole,  infatti, in braccio alla sua mamma, ha fatto già  il giro della Rete per mostrare la prima bimba rifugiata ucraina nata in Italia. A dare notizia della nascita di Nikole è stato Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che ha condiviso sui suoi profili social la foto di madre e figlia dall’ospedale di Rho, dove è nata la bambina.«La mamma ha fatto il viaggio al nono mese di gravidanza, dalla sua città alla Lombardia, dove già vive la nonna» ha scritto Fontana.


La storia di Julia, scappata dalla guerra

«La giovane donna vive con il compagno e la figlia di 8 anni, a Ternopil. Fino a qualche settimana fa una vita come tante. Poi il 24 febbraio inizia la guerra, il compagno viene richiamato alle armi e decide subito di far partire moglie e figlia verso il confine della vicina Polonia, per poi cercare di raggiungere la nonna in Italia» continua il presidente della Regione Lombardia.

Mamma Julia, 31 anni, non voleva partorire sotto le bombe. Così ha preso l’auto ed è fuggita con la figlia maggiore. «Mi aiutava, mi diceva “Andrà tutto bene”» ha spiegato la donna al Tg2.

L’arrivo in Italia e la nascita di Nikole

«Ci vogliono tre giorni per superare il confine con la Polonia, in un viaggio che normalmente richiederebbe poche ore. Superato il confine riesce ad arrivare in Italia e a congiungersi con la madre» scrive ancora Fontana.«Il 28 febbraio la donna viene ricoverata in travaglio presso l’ospedale di Rho e poco dopo la mezzanotte nasce una bellissima bambina di 3000 gr, il papà le ha viste in videochiamata». «È stata brava, ha aspettato la fine del viaggio per nascere» dice Julia, cullando la sua bambina fra le braccia. Ora Julia e le sue bambine sono al sicuro, in Italia, un «Paese dove c’è la pace». Ma lei pensa ancora all’Ucraina, dove il compagno è rimasto a combattere. «Voglio tornare, il mio cuore è là».

 

Il papà è rimasto a difendere la patria


A Ternopil, invece, è rimasto il compagno della giovane mamma, per difendere la loro patria. Ha potuto conoscere la nuova arrivata solo attraverso lo schermo di uno smartphone. Era troppo rischioso farla nascere in Ucraina, con l’avanzata russa. Il 24 febbraio inizia la guerra, l’uomo viene richiamato alle armi e decide subito di far partire la moglie incinta e la figlioletta di otto anni verso il confine della vicina Polonia, per poi cercare di raggiungere la nonna in Italia.

Il viaggio a lieto fine della piccola Nikole

Dopo tre giorni di viaggio, superato il confine la sua compagna riesce ad arrivare in Italia e a ricongiungersi con la madre. Poi la corsa all’ospedale di Rho e poco dopo la mezzanotte di lunedì nasce una bellissima bambina di tre chilogrammi.

L’augurio del presidente della Regione Lombardia

“Spero che tutta la famiglia si possa presto riunire, a casa, in pace. Nel frattempo, qui loro sono al sicuro”, l’augurio del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

 

Il piano di accoglienza  della Regione Lombardia

La Lombardia sta predisponendo un piano per l’accoglienza di 100mila profughi che potrebbero arrivare nei prossimi giorni dall’Ucraina. Lo annunciato il presidente della Regione, Attilio Fontana, spiegando che “stiamo predisponendo un piano per la distribuzione dei profughi a livello regionale. Tenuto conto dei 55mila ucraini residenti in Lombardia”, gli arrivi stimati sono “intorno ai 100mila: uno o due persone per ogni ucraino residente“.

“Oltre ad aver messo a disposizione gli ex Covid hotel, che sono già pronti, stiamo facendo una ricognizione anche delle case Aler”, gli edifici di edilizia popolare di proprietà della Regione, “per capire se anche in queste possano individuarsi dei luoghi di accoglienza”, ha aggiunto Fontana.

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