Bambini e la paura del dentista (odontofobia)

di Cinzia Rampino


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RISPOSTA

La “paura del dentista” o odontofobia, nel bambino così come nell’adulto, è piuttosto frequente nella pratica quotidiana. Questo problema può diventare un ostacolo invalicabile alle cure dei piccoli pazienti.

La reazione ansiosa e la paura possono rappresentare il risultato di esperienze personali negative ma, da un punto di vista statistico, spesso derivano da un processo di modellamento comportamentale (di solito derivante da atteggiamenti e comportamenti dei genitori, in particolare della madre) oppure dall’acquisizione di informazioni fortemente suggestive in senso negativo, derivanti abitualmente dalla descrizione ripetuta di esperienze angosciose o terrificanti da parte di coetanei o adulti fobici.

Per ridurre queste manifestazioni, si possono mettere in atto semplici strategie, anche a casa, soprattutto da un punto di vista comunicativo come:

  • cercare di non associare mai la visita dal dentista ad un’esperienza di tipo punitivo o una minaccia (es. “se non ti lavi i denti ti porto dal dentista che ti fa la puntura”);
  • evitare che il bambino percepisca racconti di esperienze poco positive dal dentista, riguardanti vissuti di tipo doloroso, presenza di aghi, punture, “trapani”….
  • Questo consente quindi che il bambino non sia portato ad associare il dentista a qualcosa di negativo e, quindi, a non nutrire paura e ansia.

E’ importante, inoltre, la scelta del professionista.  E’ consigliabile, infatti optare per un dentista che sia specializzato nella cura dei bambini (ortodontista e/o pedodontista), la cui formazione è adatta a gestire i pazienti più piccoli.

E’ molto utile che la prima visita dal dentista avvenga in assenza di urgenze (come ad es. ascessi e/o traumi) in modo tale che il bambino possa positivamente entrare in confidenza con l’ambiente odontoiatrico, lo studio, la poltrona, il professionista e, se possibile, anche con lo strumentario di base. Per mezzo di strategie idonee, il professionista trasformerà la prima visita in un’esperienza coinvolgente nella quale farà sentire il bambino parte attiva della visita stessa.

E’ buona regola, quando possibile, non effettuare alcunchè di operativo nel corso della prima visita, ma semplicemente dedicare del tempo al bambino e ai suoi genitori, per gettare le basi di un rapporto sereno e rassicurante.

In alcuni casi, un valido aiuto nel trattamento di bambini timorosi ma collaborativi, può essere la sedazione cosciente con il protossido d’azoto, gas che viene somministrato miscelato con ossigeno.

Attraverso i polmoni, il gas raggiunge la circolazione sanguigna e si lega temporaneamente a determinati recettori cerebrali, dove provoca tre effetti:

  • antidolorifico: il protossido d’azoto innalza la soglia di sensibilità del dolore, facendo sì che il piccolo paziente abbia una minore percezione degli stimoli dolorosi (come ad esempio quello derivante dalla puntura dell’anestesia locale);
  • ansiolitico: attenua notevolmente il livello di ansia, di paura e di tensione che solitamente accompagnano il bambino che è sdraiato sulla poltrona, permettendogli di sopportare anche interventi più lunghi e difficili;
  • antiemetico: riduce il riflesso del vomito che talvolta può manifestarsi in maniera eccessiva durante i trattamenti odontoiatrici.

Al termine del trattamento l’afflusso di protossido di azoto viene interrotto ed il paziente respira per alcuni minuti dell’ossigeno puro. Dato che non è assorbito dall’organismo, in brevissimo tempo, il protossido d’azoto viene completamente eliminato attraverso la respirazione, senza provocare gli effetti collaterali tipici di altri sedativi.

Per queste caratteristiche, il protossido d’azoto viene anche utilizzato con successo nei pazienti adulti.

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