Molestie sessuali, cosa sono e come difendersi

di francesca


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La gamma delle situazioni di molestia sessuale è molto varia: si va dalla frase equivoca con doppio senso al fraseggio volgare, dall’apprezzamento pesante alla proposta diretta, dalla minaccia subdola ed imbarazzante, ripetuta più volte, fino ad arrivare al gesto osceno o alle avances più meschine, al ricatto e all’intimidazione sul posto di lavoro. Si consuma di preferenza in quegli ambiti in cui si determina da una parte una condizione di bisogno e vede dall’altra parte una condizione sociale contrattualmente più forte che abusa del suo potere o della sua autorità, verso chi è gerarchicamente subordinato.

Per la molestia sulla strada ed in certi ambienti pubblici prevale la convinzione maschilista che giustifica il complimento pesante alle passanti, la proposta insistente fino al contatto fisico impudente in una sala cinematografica e all’atto esibizionista. In tutti i casi il molestatore conta sulla complicità del silenzio di una vittima psicologicamente indifesa. Infatti, chi subisce la molestia solitamente è impreparata a difendersi al primo e inatteso attacco: la mancata reazione favorisce l’innescarsi di un’escalation da cui sottrarsi risulta sempre più complicato, soprattutto se la persona ritiene di non essere tutelata giuridicamente da provocazioni che non comportino aggressione fisica e possiede ad un tempo una bassa autostima e altrettante basse abilità sociali di autodifesa. Così la donna vittima di molestie è maggiormente esposta a crisi depressive, a stati di agitazione ed irritazione permanenti, insonnia, emicrania e a vari disturbi psicosomatici che si associano ad una minore efficienza lavorativa e minore fiducia nelle proprie capacità.

La legge viene oggi in aiuto anche a chi sta subendo molestie sessuali in quanto ogni atto che disturba anche in minima parte la sfera sessuale altrui costituisce un reato penale. Attraverso la presentazione di una querela di parte, che in tali casi non può più essere revocata, l’interessata inizia così il suo atto difensivo con facoltà di essere pure risarcita di danni psicologici (biologici e morali) correlati alla molestia subìta. Ma se l’attuale giurisprudenza protegge, a posteriori e su querela, la donna molestata, la difesa immediata è solamente psicologica. Le molestie, a differenza delle violenze sessuali vere e proprie, sono in definitiva pressioni psicologiche, a vari livelli, di tipo verbale e non verbale (sguardi insistenti, ammiccamenti, contatti interpersonali, esibizionismi non richiesti) e pertanto la risposta immediata si basa su di un repertorio competente di abilità cognitive, comportamentali ed emozionali di protezione. Un meccanismo di fronteggiamento della situazione molesta attraverso una serie di mosse psicologiche per reagire, colpire nelle zone più vulnerabili e difendersi in varie situazioni interpersonali, anche complesse, affrontando il molestatore armate di sofisticate tecniche di dissuasione ed autodifesa psicologica paragonabili ad un ben assestato colpo di judo o di karate, che spiazzano e mettono a terra l’avversario senza sentirsi in colpa o provare eccessiva ansia e senza compromettere la relazione sociale, mantenendo comunque un buon rapporto interpersonale con l’altro.

Certamente tali strategie e tecniche dissuasive vanno apprese, con l’aiuto di uno psicoterapeuta esperto, attraverso un programma di protezione psicologica individualizzato da acquisire con una serie role playing e role reversal in studio e prove comportamentali sul campo con supervisione continuativa finché le abilità psicologiche di difesa diventano abitudini. E’ possibile pure attraverso un programma di Harassement inoculation training preparasi preventivamente in gruppo ad affrontare possibili molestie future al fine di ridurre la durata e l’intensità dell’emozione spiacevole, bloccare la molestia sul nascere, sottrarsi alla pressione sociale del molestatore con conseguente incremento del senso di autoefficacia e dell’autostima personale.

Professor Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo clinico comportamentale, psicologo legale a Udine

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